Il Castello D’Albertis è, secondo me, uno dei luoghi più rappresentativi di Genova, perché possiede in piccolo tutte le caratteristiche della città: arroccato sulla cima di un’altura, fieramente inespugnabile, contiene un numero impressionante di reperti e di pezzi d’arte. Il suo eccentrico costruttore e inquilino fu il Capitano Enrico Alberto D’Albertis, a sua volta emblema di un certo tipo di umanità genovese ormai quasi sparita: capitano di lungo corso, esploratore, amante dell’avventura e dell’arte, generoso filantropo.
Il castello oggi ospita il Museo delle Culture del Mondo, che espone attraverso vari percorsi tematici tutti i reperti che il Capitano raccolse durante le sue numerose e lunghissime esplorazioni in angoli remoti del pianeta.
Visitare il Castello è un’esperienza indimenticabile da ogni punto di vista e appena terminata la visita ho stabilito che avrei dovuto ritornarci.
Come arrivare al Castello D’Albertis
La viabilità di Genova è tra le più difficili d’Italia e i parcheggi sono merce assai rara. Il mio consiglio spassionato è di raggiungere il Castello D’Albertis con i mezzi pubblici, che soprattutto in centro città sono piuttosto efficienti.
Dalla Stazione Principe basta prendere il bus numero 36 e scendere alla fermata Firenze 1/Dogali, quindi raggiungere l’entrata del castello in meno di un minuto a piedi. In alternativa, sempre dalle vicinanze della Stazione Principe, è possibile prendere lo storico ascensore di Monte Galletto che supera agilmente i 70 metri di dislivello tra le due località e porta i visitatori a pochi passi dal museo, ubicato in Corso Dogali 18.
Il quartiere di Castelletto è celebre anche per la Spianata di Castelletto,un punto privilegiato per ammirare dall’alto la città. La Spianata si può raggiungere prendendo l’ascensore di Castelletto da Piazza del Portello. Una volta apprezzato il panorama, sarà facile raggiungere Castello D’Albertis prendendo i bus 36, 39 o 40.
Biglietti e orari del Castello D’Albertis
Il biglietto intero per il Castello costa 6 Euro, il ridotto 4,50. Il biglietto ridotto si applica anche ai gruppi e alle scolaresche, che sono invitati a prenotare la visita. È possibile acquistare biglietti cumulativi per visitare nello stesso giorno o in giorni differenti anche il Galata – il Museo del Mare e il suo sommergibile.
Il museo è chiuso il Lunedì per tutto l’anno.
Da Ottobre a Marzo è aperto dalle 10 alle 17 nei giorni feriali, dalle 10 alle 18 nel week end, ma l’ultimo ingresso è consentito alle 17.
Da Aprile a Settembre è aperto dalle 10 alle 18 in settimana, a eccezione del giovedì, durante il quale rimane aperto dalle 13 alle 22. Nel week end è aperto dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle ore 18).
Il Castello di Monte Galletto
Il Castello D’Albertis sorge sulla sommità di Monte Galletto, una delle maggiori alture del centro cittadino. L’edificio visibile oggi fu realizzato nell’arco di sei anni, dal 1886 al 1892.Il maniero fu edificato mescolando diversi stili architettonici e citazioni di architettura genovese fino alla realizzazione di un edificio unico nel suo genere: se la torre che si erge dalla sommità del castello ricorda quella ben più famosa degli Embriaci (che svetta nel centro storico della città), le polifore che scandiscono il ritmo delle balconate richiamano quelle del celeberrimo Palazzo San Giorgio, con un chiaro cenno all’architettura medievale che si fonde con il gusto tutto romantico per il collage.
Gli interni del castello sono un trionfo di decorazioni, con affreschi e stucchi tipici dello stile genovese. Armi provenienti da ogni parte del globo, di cui il Capitano era un collezionista, sono esposte lungo gran parte del percorso che si snoda all’interno della casa – museo.
La biblioteca raccoglie uno stupefacente insieme di libri a tema geografico e antropologico, sulla vita di Cristoforo Colombo, sull’arte e sulla storia della navigazione.
L’intero arredamento è costituito da pezzi realizzati appositamente per il castello oppure da oggetti reperiti durante le moltissime spedizioni che condussero D’Albertis a circumnavigare l’Africa, a raggiungere l’America e a entrare in contatto con un numero imprecisato di culture differenti. Le teche di vetro raccolgono cimeli stranissimi e rari,che rendono la dimora una vera e propria gigantesca wunderkammer nel pieno stile di inizio Novecento, nella quale si potrebbero trascorrere ore senza minimamente accorgersi dello scorrere del tempo.
Come dorme un marinaio?
Una tra le caratteristiche più stupefacenti del Castello è la camera da letto del Capitano. Da vero genovese e navigante, Enrico D’Albertis era in fondo un uomo frugale e non sentiva minimamente il bisogno di dormire in un vero letto: la camera da letto padronale del Castello di Monte Galletto riproduce fedelmente la minuscola cabina di una nave, con tanto di palle di cannone di piccolo calibro a portata di mano per ogni evenienza.
La venerazione per Cristoforo Colombo
Oggi probabilmente diremmo che il Capitano Enrico Alberto D’Albertis avesse una vera e propria ossessione per Cristoforo Colombo e per la sua vicenda umana. Nell’immaginario di D’Albertis Colombo era un eroe, un simbolo inarrivabile, figura ideale dell’esploratore e del navigatore genovese.
Diversi elementi presenti nel castello testimoniano questa sorta di monomania: sul loggiato della biblioteca fa bellissima mostra di sé la statua di Colombo Giovinetto, orientata in maniera da guardare verso Occidente, oltre la Lanterna; uno degli affreschi che decorano il castello immortala il viaggio delle tre caravelle e recita il motto “Por Castilla y Por Leon“.
Il viaggio del Corsaro
Il Castello D’Albertis fu inaugurato nel 1892, cioè a quattrocento anni esatti dalla scoperta dell’America. In quello stesso anno lo spirito indomito del Capitano si concretizzò in una delle sue molte e stupefacenti imprese: dopo essersi fatto costruire uno yacht battezzato Corsaro e con l’ausilio di mezzi di navigazione in uso all’epoca di Colombo (fedelmente riprodotti), D’Albertis giunse in America dopo 27 giorni di navigazione, ma non è tutto: dopo essere sbarcato sull’Isola di San Salvador, nel punto esatto in cui era sbarcato lo stesso Colombo, il Capitano fece portar via a forza di scalpello una grossa roccia squadrata. Quel simpatico souvenir, la cui storia è raccontata in una lapide commemorativa, oggi fa bella mostra di sé nel cortile interno del castello. A coronarlo c’è la catena del Corsaro a cui è attaccata la sua ancora.
Il Museo delle Culture del Mondo
Terminata la visita alla casa – museo, il percorso museale si snoda nei sotterranei di Monte Galletto, dove le collezioni del Capitano sono state organizzate, esposte e arricchite di riferimenti in maniera organica e ispirata alle moderne concezioni museali. Il museo delle culture del mondo è un vero e proprio tesoro di antropologia che comprende reperti di ogni tipo, dal vasellame agli strumenti musicali. Nonostante il fatto che l’allestimento di questa parte dell’esposizione oggi tenti di dare un’idea poliprospettica dell’incontro tra culture, si intuisce abbastanza facilmente quanto il Capitano D’Albertis avesse il tipico approccio dell’esploratore o del conquistatore bianco, interessato più al collezionismo di pezzi esotici piuttosto che alla vera e profonda comprensione di altre culture.
Una risposta
Voglio tornare a Genova e visitare questa meraviglia.
Mi sono molto intrigata dalle descrizioni e, credo proprio che ne valga la pena.
Complimenti anche per le “dritte” per come arrivarci … facilmente.