Il Ponte del Diavolo è affascinante, con i sui miti e leggende, di streghe e guaritrici, di anime rubate e patti con il demonio…
Il ponte attraversa il fiume Serchio, nei pressi di Borgo a Mozzano, a circa trenta minuti dalla città di Lucca.
E’ lungo 90 metri ed è idealmente la porta da cui si accede alla vasta area di Garfagnana.
La Garfagnana
La Garfagnana è una zona ricca di natura incontaminata e di piccoli paesi rimasti fermi nel tempo che meritano di essere visitati.
In particolare MONTEFEGATESI, il paese che dai primi del novecento onora il sommo poeta Dante, e proprio quest’anno ne ricorrono i 700 anni dalla sua scomparsa.
Vicino Montefetegatesi si trova il monte di PRATO FIORITO, splendidamente originale con la sua vetta rotondeggiante ricoperta di rigogliosi prati di fiori ed erba profumata.
Queste sono due escursioni che vi consiglio vivamente, oltre a mille altre che questa zona offre.
Il Ponte del Diavolo o Ponte della Maddalena
Il vero nome di questo ponte è Ponte della Maddalena, in omaggio a Santa Maddalena, la patrona di un oratorio che si trovava ai piedi della struttua lungo la sponda del fiume, la cui statua è attualmente nella chiesa di San Jacopo a Borgo a Mozzano. Ma nel corso del tempo, visto le leggende è da tutti conosciuto come Ponte del Diavolo.
Ponte del Diavolo Storia
La storia ufficiale narra che fu voluto dalla Contessa Matilde di Canossa intorno al 1100 per raggiungere la vicina Lucca e anche le acque termali di Bagni di Lucca.
Ma siamo in un’epoca in cui i pellegrini iniziavano i loro cammini per raggiungere i luoghi di culto e questo ponte consentiva loro di congiungersi alla via Francigena, che si trovava dall’altra parte del fiume.
Ma quello che stupisce di questa opera è la sua forma: le arcate asimmetriche a schiena d’asino, con l’arcata maggiore così alta e ampia, così estesa e particolare che sembra quasi sfidare le leggi di gravità…
Non assomiglia a nessun altro ponte esistente, sembra una costruzione che non può essere percepita da un’opera umana, difatti come è possibile che mani umane abbiano potuto dare ad un ponte questa forma così sbilanciata, così imponente e altrettanto sproporzionata?
È quindi, se mani umane non l’hanno costruito, chi l’ha fatto?
La leggenda del Ponte del Diavolo
Il capomastro incaricato della costruzione, tale S. Giuliano l’Ospitaliere, a metà dell’opera di costruzione si rese conto che non sarebbe mai riuscito a finire il ponte entro i tempi previsti. Fu preso dalla disperazione.
Nella notte, sedeva tutto solo in riva al fiume. Fu allora che gli apparve il diavolo, il quale gli propose un patto.
Lui, il diavolo, avrebbe completato il ponte in una sola notte, in cambio sarebbe stata sua la prima anima che lo avesse attraversato.
Il capomastro accettò il patto e il ponte fu terminato.
Poi però, il pover’uomo, fu preso dal rimorso. Non poteva dare al diavolo un’anima. Allora, con uno stratagemma, tirando un pezzo di carne sul ponte, fece in modo di far passare per primo un animale, beffando in questo modo il diavolo che scomparve nel fiume.
C’è una morale in questa leggenda: i ponti non arriveranno in paradiso ma possono fregare il diavolo!
Rimane il fatto che a tutt’oggi il Ponte del Diavolo evoca fantasie unite a miti.
Si dice infatti che in certe notti fredde e nebbiose si veda passare sul ponte l’ombra di una figura che niente ha di umano.
In altre notti, fresche di primavera, si dice invece che streghe e guaritrici si diano appuntamento sul ponte per partire tutte insieme verso il monte vicino, dove più che in altre vette crescono rigogliosi fiori e piante che curano ogni male e adatte a fare porzione magiche… le genti le vedono prendere il vento e volare fino al già citato Prato Fiorito, dove corrono libere sui verdi prati…