Isole Canarie: una meta perfetta per nomadi digitali

La Spagna è tradizionalmente una meta turistica molto apprezzata grazie al suo clima caldo, all’ottimo cibo e alle tante cose da fare e da vedere, sia per chi è interessato alla cultura che per coloro che preferiscono la vita all’aria aperta.

Le stesse ragioni ne fanno una destinazione che incuriosisce le persone interessate a trasferirsi all’estero in modo più o meno definitivo. Per gli italiani, inoltre, aiuta anche il fatto che lo spagnolo è relativamente simile alla nostra lingua, semplificando la comunicazione e l’inserimento nella società.

Un gruppo di persone che fa della vita all’estero un vero e proprio stile di vita è quello dei nomadi digitali, che grazie alla possibilità di lavorare in remoto si spostano da un luogo all’altro senza le limitazioni di chi ha un impiego più tradizionale. Secondo il portale Nomad List, frequentato proprio da nomadi digitali per scambiarsi informazioni sulle mete più interessanti, il luogo migliore in cui vivere in Spagna sono le Isole Canarie. Gran Canaria, Fuerteventura e Tenerife occupano, infatti, i primi tre posti della classifica stilata dal sito per quanto riguarda le destinazioni spagnole.

Isole Canarie per chi espatria

Indubbiamente, una delle principali ragioni che spingono a scegliere le isole Canarie sono le temperature, calde tutto l’anno, e la possibilità di vivere vicini al mare. Oltre ai nomadi digitali, decidono di trasferirsi qui anche molti pensionati e famiglie con bambini. Le Canarie offrono infatti un ottimo livello di sicurezza e una buona qualità dell’assistenza sanitaria, e servizi adeguati che rendono piacevole nell’arcipelago anche la vita familiare. Il costo della vita, sebbene sia cresciuto negli ultimi anni, resta comunque più basso rispetto a quello delle città europee più popolari. Chi è in cerca di mete in cui entrare in contatto con altri espatriati da tutto il mondo non sarà deluso: la comunità internazionale alle Canarie è numerosa e attiva, e non sarà difficile nemmeno incontrare dei connazionali.

Per trovare lavoro sull’isola conviene puntare sul settore turistico, a patto di conoscere bene spagnolo e inglese. Come altrove, i salari sono però spesso inadeguati rispetto all’impegno richiesto, con lunghi turni di sera e nel fine settimana. Può essere quindi più interessante trasferirsi alle Canarie lavorando in remoto in una professione come quella di traduttore o di programmatore web. Non è troppo tardi per diventare web developer a 30 anni attraverso il bootcamp intensivo di Aulab, che offre un percorso formativo di tre mesi per avviare a questa professione, e lavorare poi come freelance ovunque ci si trovi. Tra gli altri aspetti positivi delle Canarie c’è, infatti, una qualità molto buona della connessione alla rete, l’unico vero requisito per svolgere le proprie mansioni lavorative come nomade digitale.

Scegliere se vivere alle Canarie

Abbiamo già visto alcuni dei principali vantaggi di vivere alle Canarie, come il clima, i costi della vita ridotti rispetto alle città italiane, e la poca criminalità. La Spagna è inoltre un Paese piuttosto accogliente per coloro che appartengono alla comunità LGBTQ+, con leggi molto più progressiste rispetto all’Italia sul riconoscimento delle persone trans e su matrimonio e famiglia tra coppie omosessuali. Rispetto ad altre mete oltreoceano, poi, il volo per raggiungere familiari e amici nel Bel Paese richiede meno tempo, circa 4 ore con collegamenti low cost verso Bologna, Milano e Roma.

Ci sono, naturalmente, anche alcuni svantaggi per chi decide di trasferirsi alle Canarie. Uno di questi, già menzionato, è che trovare un lavoro ben pagato a livello locale non è facile: la maggior parte delle offerte riguardano posizioni stagionali nel turismo con retribuzione bassa. È consigliato, dunque, prepararsi per svolgere un impiego in remoto così da assicurarsi entrate sufficienti a coprire tutte le spese.

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