La capitale Portoghese mi ha da sempre affascinato per il grande amore verso uno scrittore toscano, da me letto, stimato e apprezzato con grande affetto: Antonio Tabucchi. Da giovane ho sognato Lisbona tra le sue righe, rincorrendo nelle sue storie gli odori, i profumi, i colori, le ombre di una città magica. Città sul confine geografico tra la terra e l’Oceano e, letterariamente, città sul confine tra immaginazione e realtà, binomio che rende avventurosa e avvincente la sua scoperta.
Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava.
(Antonio Tabucchi)
Quando sono stata la prima volta a Lisbona, ho seguito suggestioni e ricordi romanzeschi sorprendendomi di quanto la realtà fosse effettivamente magica, intrisa di storia e malinconia. La città dei romanzi e dei racconti di Tabucchi è una città metafisica, una scacchiera sempre sfuggente dove si intersecano più piani visivi e narrativi: scoprire e dipanare questi elementi è ciò che unisce il lettore e il viaggiatore. Ho intuito così una città reale confondersi e fondersi felicemente con quella immaginata, trovando nuovi vicoli e nuove scritture, come quelle di Saramago e Pessoa.
A quell’ora la luce di Lisbona era bianca verso la foce e rosata
sulle colline, gli edifici settecenteschi parevano un’oleografia
e il Tago era solcato da una miriade di battelli
(Antonio Tabucchi)
Il mio viaggio è iniziato dai caffè: il “Café Orquidea” di “Sostiene Pereira” (oggi un’ottima pasticceria) e dal Café Brasileira, dove sostava Pessoa e che risulta il più antico caffè della città.
La foto di questo caffè ricorre in numerose copertine del libro di Tabucchi, un’evocazione visiva di impatto per il lettore-viaggiatore.
Un percorso necessario è quello a bordo del leggendario Tram 28 che faticosamente passeggia nelle vie di Lisbona fino a condurci in quello scorcio di Africa che è il quartiere di Alfama con vicoli e botteghe arabesche.
Ulteriore tappa nelle vie di “Requiem”, altro fondamentale romanzo di Tabucchi per Lisbona, è “Casa do Alentejo”, il meraviglioso palazzo di Azuelos, un edificio ricco di storia e sede di un ottimo ristorante, curato dalla comunità della regione Alentejana.
E si sentì spossato, sostiene Pereira. Riuscì a trascinarsi fino alla più vicina fermata del tram e prese un tram che lo portò fino al Terreiro do Paço. E intanto, dal finestrino, guardava sfilare lentamente la sua Lisbona, guardava l’Avenida da Liberdade, con i suoi bei palazzi, e poi la Praça do Rossio, di stile inglese; e al Terreiro do Paço scese e prese il tram che saliva fino al Castello. Discese all’altezza della Cattedrale, perché lui abitava lì vicino, in Rua da Saudade.
(Antonio Tabucchi)
Proseguendo in prossimità dell’Oceano, due passi sul molo di Alcantara fanno percepire il legame ideale tra Tabucchi e gli intellettuali portoghesi che qui si ritrovavano.
Seguendo le note del fado lungo via Rua San Miguel, è facile partire alla ricerca di Rua da Saudade.
Proprio la Saudade in questo itinerario fantasmagorico e reale al contempo, diviene una categoria dell’anima: l’anima del viaggiatore lettore che nel reticolo della città scopre suggestioni e scorci capaci, nel loro connubio, di dare vita a una città ancora una volta rinnovata. <
Note nostalgiche e dense che si fanno tutt’uno con la scrittura infinita e senza tempo di Tabucchi.
In fin dei conti, come ricorda Saramago, non è anche questo leggere e viaggiare?
Il viaggiatore sta per concludere questo suo giro per Lisbona.
Ha visto molto, ha visto quasi niente. Voleva vedere bene, forse ha visto male: è il rischio costante di qualunque viaggio
(José Saramago)
3 risposte
Un posto magico Lisbona, ci sono andato già 3 volte e ogni volta ho sempre scoperto un angolo o un posto diverso che meritava una visita o lo scatto di una foto
Grazie mille…io spero già di tornarci quanto prima e meravigliarmi ancora:)