Per quanto io ami la montagna, altrettanto “odio” la preparazione dello zaino! Perché? Forse perché, fondamentalmente, sono pigro!!! Tuttavia preparare lo zaino è un rituale al quale non posso (obtorto collo) sfuggire, ogni volta che decido di partire per un trekking.
Lo zaino estivo
Per il trekking estivo (ma anche in primavera-inizio autunno) io uso uno zaino perfetto da 25 litri con alcune caratteristiche fondamentali: idoneità a riporre (esternamente) i bastoncini da trekking opportunamente ripiegati; sacca superiore (coppella) con cerniera ove poter riporre gli oggetti di minor ingombro e di più frequente uso durante l’escursione; possibilmente retina di ventilazione nella parte dello zaino a contatto con la schiena; copri zaino in dotazione (per proteggerlo in caso di pioggia).
Dunque vediamo, cosa ripongo in questo “benedetto” zaino?
Abbigliamento e oggettistica varia
Innanzitutto copricapo leggero, occhiali da sole, crema solare; poiché il tempo ed il clima in montagna possono sempre cambiare in modo repentino, anche in estate non faccio mai mancare un berretto e guanti di lana! Aggiungo sempre una lampada frontale, per ogni necessità. Tra i capi di abbigliamento non dimentico mai una maglietta tecnica (leggera) di ricambio e, sempre per essere in grado di far fronte a eventuali bruschi cambiamenti del meteo, una maglietta tecnica più pesante ed una giacca a vento leggera. Infine una cartina dei sentieri IGM della zona scelta per il trekking, il telefono cellulare ben carico (magari dotato dell’APP GeoResQ, gratuita per i soci CAI; quando sono in Apuane ottima anche la APP Avenza Maps, con possibilità di scaricare mappe dettagliate di una infinità di luoghi …. Apuane comprese of course!), la batteria esterna per il cellulare di riserva. Buona norma portare con sé dei cerotti contro le vesciche ai piedi.
In caso di trekking di più giorni aggiungo biancheria intima di ricambio, un sacco lenzuolo per la notte, un asciugamano in microfibra, sapone e ciabatte per la doccia, il cavetto per ricaricare il cellulare.
Provviste
A me, purtroppo, in montagna è capitato di rimanere senza acqua, ed è terribile! Sono stato “salvato” da una piccola capanna in una vallata sperduta in quota (forse un rifugio per cacciatori) ripiena, incredibile ma è così, di bottiglie di acqua minerale. Soprattutto in estate, quindi, non trascuro mai di portare nello zaino almeno due litri di acqua: sulle spalle si sentono ma è preferibile così! Poi aggiungo frutta secca, frutta (ad esempio banane NON mature, mele) e frutta essiccata, barrette energetiche, pane o crackers (integrali): tutti cibi a basso\medio indice glicemico.
In caso di trekking di più giorni faccio sempre in modo di avere, ogni giorno, questa dotazione alimentare minima anche confidando nelle possibilità di rifornimento che offrono tutti i rifugi CAI.
Lo zaino invernale
Per il trekking invernale uso invece uno zaino da 32 litri: anche qui idoneità a riporre (sempre esternamente) bastoncini da trekking ripiegati e\o piccozza; sacca superiore con cerniera; retina di ventilazione nella parte dello zaino a contatto con la schiena; copri zaino in dotazione (per proteggere lo zaino in caso di pioggia o neve); possibilità di assicurare, all’esterno dello zaino, un paio di ciaspole.
Abbigliamento e oggettistica varia
Innanzitutto due copricapo invernali, occhiali da sole, crema solare; due paia di guanti: uno di lana ed uno tecnico! Aggiungo sempre, a maggior ragione in inverno quando le giornate sono corte, la lampada frontale. Tra i capi di abbigliamento una maglietta tecnica (da mettere a contatto con la pelle) di ricambio, una giacca a vento invernale (io uso “la giacca” che ho acquistato per i trekking in alta quota sulle Alpi: è perfetta) ed un secondo paio di calzettoni; per prudenza, sul fondo zaino, una mantella antipioggia: in commercio ne esistono di leggerissime e poco ingombranti! Anche in inverno la cartina dei sentieri IGM, il telefono cellulare ben carico (dotato dell’APP GeoResQ e di Avenza Maps per le Apuane), una batteria esterna per il cellulare. Sempre buona norma portare con sé i cerotti contro le vesciche.
Infine, se il trekking si svolge in ambiente innevato, non possono mancare ghette, piccozza e ramponi (fondamentali per la sicurezza); a seconda delle condizioni previste per la neve, valuto se portare anche le ciaspole.
In caso di trekking di più giorni aggiungo, come sempre, biancheria intima di ricambio, un sacco lenzuolo per la notte, un asciugamano in microfibra, sapone e ciabatte per la doccia, il cavetto per ricaricare il cellulare.
Provviste
In inverno, oltre all’acqua (un litro è sufficiente), porto sempre con me una borraccia termica con tè caldo. Ho un amico che, con cura amorevole, ama prepararsi infusi con erbe aromatiche veramente deliziosi e invitanti! Poi aggiungo frutta secca, frutta (banane NON mature, mele) e frutta essiccata, barrette energetiche, cioccolato fondente (ottimo quello con nocciole), pane o crackers (integrali): anche questa volta avendo attenzione a scegliere tutti cibi a basso\medio indice glicemico. Questo tipo di cibi è importante perché permette di mantenere più o meno costante il valore della glicemia evitando il verificarsi di inopportuni picchi glicemici.
Al contrario di quello che potremmo pensare sono vivamente sconsigliate le bevande alcoliche: vasodilatano e, anziché riscaldare, “disperdono” il calore corporeo.
In caso di trekking di più giorni anche in inverno faccio sempre in modo di avere, ogni giorno, questa dotazione alimentare minima: ottime le possibilità di rifornimento che offrono tutti i rifugi CAI (in inverno, generalmente, i rifugi sono aperti nel fine settimana ed è comunque prudente telefonare sempre per annunciare il proprio arrivo).
Potrà sembrare complicato, ma se rispetterete queste indicazioni ridurrete in modo considerevole gli “inconvenienti”.