Porto Antico di Genova, qui il passato si fa futuro

Il Porto Antico di Genova è il fulcro turistico della città e allo stesso tempo il cuore  pulsante e vivo della sua identità storica. Tra Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità Portuale, e l’ardito ascensore di Renzo Piano, tra un galeone posticcio e l’ombra ristoratrice dei gelsi, qui scorre ogni giorno tutta la storia della città, perennemente in bilico tra un passato glorioso e un futuro che preme incessantemente da ogni parte. Al Porto Antico trovano attracco le imbarcazioni private e le navi da crociera: è l’ingresso privilegiato alla città e allo stesso tempo un immenso salotto in cui zenesi e foresti passeggiano ogni sera

Porto antico di Genova, tra passato e il futuro

Genova è una città legata a doppio filo alla propria storia. Petrarca la definì “Superba per uomini e per mura” e oggi, se delle mura rimangono solo alcune porte e qualche brandello di mattoni, la superbia è rimasta pressoché inalterata: per questo motivo la città di Genova rimane ancorata fermamente alla memoria di un glorioso passato e sembra accogliere il futuro soltanto a piccolissime dosi.

Il Porto Antico è il luogo per antonomasia del lento ma inevitabile cambiamento della città e dei suoi abitanti: nel corso degli ultimi decenni Genova ha dovuto rinunciare alla propria identità di città industriale per reinventarsi, di malavoglia, come città turistica. Ha visto scemare l’attività squisitamente produttiva del Porto Antico e ha dovuto trasformare il suo cuore commerciale in una pittoresca cartolina che, diciamocelo, agli zenesi va a genio soltanto fino a un certo punto.

La Lanterna di Genova

La Lanterna di Genova sta a guardia del porto dal 1128, nonostante il fatto che lungo la sua gloriosa storia abbia letteralmente subito di tutto: colpi di bombarda, attacchi militari, fulmini a decine, ripensamenti della sua funzione originaria e migliorie strutturali. In origine infatti la torre all’estremità del porto di Genova era solo una torre di guardia. Solo in seguito si cominciarono a bruciare sulla sua cima fascine di erica e olio d’oliva per indicare la via di casa ai naviganti. Il blasone della città decora il più basso dei tre ordini che costituiscono la struttura: fu dipinto nel 1340 a opera di un milanese. Nel 1778 la città decise che fosse il caso di dotare la torre di un parafulmine e solo nel 1936 si elettrificò il sistema di illuminazione.

Bigo, l’ascensore progettato da Renzo Piano

Renzo Piano Porto Antico Genova
Ascensore Bigo e Vele

Nel 1992, in occasione del cinquecentenario della scoperta dell’America e dell’Expo che in quell’anno si tenne nel capoluogo ligure, vennero ultimati i lavori di ristrutturazione e riqualificazione del Porto Antico, che hanno dato alla zona l’anima che ha oggi. Renzo Piano ha innestato nel centro dello specchio d’acqua antistante il porto la struttura chiamata Bigo, tra gli elementi architettonici più amati dai foresti e più odiati dai genovesi. Il perché è presto detto: rompe l’idillio romantico e vintage con un prepotente innesto di novità. Il Bigo è un ascensore che tocca i 40 metri d’altezza e che consente una visione a 360 gradi sull’intera città. Si regge grazie a un’imponente struttura che richiama le antiche gru da carico in uso una volta sulle navi. La stessa struttura, che si apre come un fiore di metallo al centro del porto, ha anche la funzione di sostenere la tensostruttura posta a copertura della Piazza Delle Feste, un ampio spazio multifunzionale che accoglie nel corso dell’anno manifestazioni di ogni sorta. Allineate lungo il fronte principale del Porto Antico ci sono le cosiddette vele di Renzo Piano: si tratta di strutture senza alcuno scopo, con funzione puramente decorativa e che, per questo motivo, danno ovviamente ai genovesi il motivo per brontolare in merito alla necessità di costruirle. Per quanto mi riguarda sono una delle cose più poetiche che mi sia capitato di osservare: ruotando in continuazione a ogni soffio d’aria ricordano quanto strettamente un porto sia legato tanto al vento quanto all’acqua e come questi due elementi siano caratterizzati da un movimento incessante. Ma non provate a convincere di questo gli zenesi, perché non ci riuscirete.

Porto Antico di Genova da Levante a Ponente, ovvero dai Magazzini del Cotone al Galata

Calata del Molo Vecchio
Magazzini del Cotone

A Genova l’Est e l’Ovest non esistono come in tutto il resto del mondo. Nessuno dice “Est” e “Ovest” ma Levante e Ponente. Perché? Perché sì, e i foresti comunque non dovrebbero fare domande.
Detto questo, esattamente come il resto della città, il porto si orienta da Levante a Ponente. All’estremo levante ci sono la Porta Siberia e il Molo Vecchio con i suoi Magazzini del Cotone che oggi ospitano il  Centro Congressi. Non c’è a mio avviso un luogo più nostalgico di questo in città. Dal Molo Vecchio e da Porta Siberia entravano in Genova tutti i generi alimentari, cioè le cibarie da cui la porta prende il nome e che no, non c’entra niente con la regione artica. Oggi, dismessa la funzione di dogana e magazzino, Porta Siberia ospita il Museo Emanuele Luzzati,che fu uno degli artisti contemporanei più rappresentativi della città.

Genova Porto Antico
Panorama dal Molo Vecchio

Anche il Molo Vecchio ha perso completamente la sua funzione originaria: gli enormi magazzini in cui una volta venivano stipate ingenti quantità di quel cotone da cui poi si fecero i jeans, oggi ospitano un museo, un cinema multisala, un numero imprecisato di ristoranti e bar, radio Babboleo (l’emittente più nota di Genova) e la Città dei Bambini e dei Ragazzi, una struttura in cui i più piccoli possono imparare, divertendosi, moltissime nozioni di scienza e tecnologia. Dopo tutto ciò rimane ancora moltissimo spazio, utilizzato di frequente per eventi fieristici di vario tipo.
Lungo la Calata del Molo Vecchio sono ancora allineate le vecchie e bellissime gru che una volta caricavano e scaricavano le merci dalle navi. Oggi, illuminate da istallazioni luminose permanenti, sono dei veri e propri monumenti postindustriali. Al termine della Calata del Molo Vecchio si gode una delle più suggestive viste sulla Lanterna e sulle moderne, mastodontiche gru del porto commerciale.
All’estremo Ponente del Porto Vecchio ci sono il Galeone Neptune e il Galata, il Museo del Mare di Genova.


Neptune, il Galeone di Genova

Genova Porto Antico
Galeone Neptune

Il galeone è una delle attrazioni turistiche più emblematiche e allo stesso tempo più inconsistenti del Porto Antico. Si tratta di una vascello posticcio (anche se tutti sono convinti che sia un galeone) realizzato come scenografia di un film (anch’esso grossomodo inconsistente) diretto nel 1986 da Roman Polanski. Ancorato nel Porto alla fine delle riprese, il Neptune non venne mai smantellato: si preferì utilizzarlo come attrazione turistica. All’interno il vascello è completamente vuoto poiché nel tempo è stato privato di tutti gli arredi. L’esterno cade letteralmente a pezzi (di recente parte delle decorazioni di prua è stata strappata via dalle intemperie e con ogni probabilità non si procederà a reintegrarle) ma nonostante questo il Neptune è ancora in grado di esercitare un’attrazione irresistibile.


Galata, il Museo del Mare

Il Galata è il Museo del Mare della città: meno conosciuto del celeberrimo Acquario di Genova, che si trova a poca distanza, ripercorre la storia delle migrazioni che sono partite dall’Italia nei decenni passati e soprattutto della funzione della città di Genova nel convogliare i flussi migratori italiani verso il Sud America (in particolare verso l’Argentina). Per noi che viviamo in questo preciso momento storico il Galata custodisce un patrimonio antropologico di valore inestimabile, che andrebbe riscoperto e valorizzato.

Zenesi e foresti: l’accoglienza genovese

Bigo Porto Antico Genova
Ascensore Bigo di Renzo Piano

Nel Porto Antico di Genova si respira da sempre un’aria multietnica. A pochissima distanza dal porto corre la via porticata di Sottoripa, che venne costruita secondo canoni architettonici arabi: una scelta altamente simbolica, poiché la città che ama definirsi inospitale una volta aveva molto a cuore che gli stranieri si trovassero a proprio agio nei suoi sestrieri, soprattutto se si trattava di ricchi mercanti con molto oro da scambiare.

Oggi gli stranieri che passeggiano nel Porto Antico a qualsiasi ora del giorno sono fondamentalmente di due tipi: vengono dal mare o dai carruggi. Quelli che approdano qui in genere sbarcano da lussuosi yacht lunghi decine di metri, spendono e spandono nei locali allineati praticamente sul mare e vengono regolarmente trattati con gelida sufficienza da baristi, camerieri e ristoratori; quelli che vengono dai carruggi abitano nelle zone più vecchie e più umili della città e finiscono per popolare di bambini di ogni colore il piccolo parco giochi accanto a cui campeggia una statua di Ghandi. Per quanto sembri completamente fuori contesto, quella statua è diventata il nume tutelare di una convivenza pacifica (e rassegnata) dei genovesi con quei foresti di cui da sempre hanno bisogno in un modo o nell’altro, anche se non riusciranno ad ammetterlo mai.

Gli zenesi invece, quelli che vengono al porto a godere del fresco serale e del panorama, sembrano sereni, saldi, letteralmente nel proprio ambiente naturale, una cosa sola con la Lanterna in lontananza e il mare ai loro piedi.

Porto antico di Genova
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