Tra Umbria e Lazio: Orvieto, Civita di Bagnoregio e Lago di Bolsena

Il triangolo tra Umbria e Lazio, si guadagna la fatidica frase: “merita un viaggio”, merita, è il caso di dire, di rimanere in Italia per scoprire la natura, le opere d’arte, la cucina genuina e i paese medioevali che questa zona racchiude e custodisce con estrema cura e orgoglioso vanto.

Non vi è mai capitato di sentire, o non avete mai voi stessi pronunciato, la fatidica frase:

Perché andare all’estero quando nel nostro paese abbiamo
dei luoghi meravigliosi?

Visitare Orvieto

In questo nostro tour tra Umbria e Lazio, Orvieto, dall’autostrada, appare come una meta lontana che piano piano si va avvicinando. Si nota dapprima una rupe, un’altura piatta e lunga che svetta sulla pianura come un grande transatlantico in mezzo al mare. Siamo in una zona dove il terreno è tufo e si capisce subito perché la cittadina è stata costruita lassù: arroccata per difendersi meglio da sgraditi visitatori, le vie di accesso sono poche e irte, dall’alto si domina il territorio fin dove l’occhio può spaziare.

Avvicinandoci si distinguono le case, le torri, i campanili e a sovrastare tutto il resto, magnifica, imponente, esagerata e bellissima la facciata del Duomo.

Ma aspettate, non voglio più sbirciarla, non voglio più scoprirne i particolari anche quei pochi che si notano da lontano, voglio mantenere l’attesa, voglio scoprirla avvicinandomi piano piano come aprire un regalo, come togliere un incarto alla volta che lo avvolge.

Parcheggiamo l’auto, e saliamo in città aiutandoci con le scale mobili e gli ascensori. Esiste anche una funicolare, ma questo l’abbiamo scoperto dopo.

Si sale si sale e la vista della campagna circostante è sempre più magnifica. Con l’ultima scala mobile ci ritroviamo in paese. Ci perdiamo nei vicoli, assaporiamo le pietre delle case.

Il pozzo di San Patrizio

Ci dirigiamo verso il pozzo di San Patrizio. Questo è un capolavoro di ingegneria ideato e creato per l’approvvigionamento idrico della città. Due scale a spirale, una che sale e una che scende, che non si incontrano mai, rendono questo luogo unico. Se volete scendere ci sono ben 248 scalini, ma ne vale la pena.

Pozzo di San Patrizio
Pozzo di San Patrizio – Photo credit: elisabetta2005 on Visualhunt / CC BY-NC-SA

Dopo una frana, il tufo ne è fortemente a rischio, è stata scoperta per caso una Orvieto sotterranea formata da labirinti, grotte, cunicoli, pozzi e cisterne. Ma oggi è una giornata bellissima e decidiamo di rimanere alla luce del sole.

Ritorniamo ad aggirarci per le stradine piene di gente, negozi, ristoranti. Ad ogni incrocio sbircio la via che ci taglia la strada, la piazzetta che ci si apre davanti. Cerco il duomo, le sue guglie, il suo immenso rosone.

Il Duomo di Orvieto

Ancora qualche centinaia di metri, qualche svolta e allora eccolo, mi si apre davanti all’improvviso e mi lascia senza fiato.

Duomo di Orvieto dal vicolo
Duomo di Orvieto dal vicolo

È l’assurda proporzione della struttura in confronto al luogo dove erge a lasciare interdetti, ti aspetteresti di trovare un duomo del genere a Parigi, o in una qualsiasi altra grande e importante città e non schiacciata tra queste case umili, senza nessun imponente viale o immensa piazza a dargli agio e respiro.

Te lo trovi davanti e ti fa sentire tutto il suo peso, ti fa sentire piccolo, impotente. Viene amplificato il rispetto e la magnificenza dell’opera, il gusto e l’ardire di questi geni costruttori, ideatori, artisti.

Facciata duomo di Orvieto
Facciata duomo di Orvieto – Photo on VisualHunt

Si narra che nella vicina Bolsena da un’ostia consacrata fosse fuoriuscito del sangue. Venne fatto erigere questo duomo per conservarne le reliquie. Non so se sia vero o no, non so se crederci o no, ma non mi interessa. La chiesa è talmente bella che tutto il resto non conta.

Naturalmente non possiamo visitarla all’interno, è chiusa. La prendiamo con filosofia, può capitare, motivo in più per tornare.

Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio dista solo 25 chilometri da Orvieto. Se la rupe che accoglie Orvieto è grande e lunga, quella che ospita Civita di Bagnoregio e un cucuzzolo, un piccolo panettone circondato da un grande canyon.

Civita di Bagnoregio
Civita di Bagnoregio

Il paese è piccolo e sembra sospeso nel nulla. È un posto magico, incantato, quasi etereo.
Da l’idea di qualcosa di fragile, di prezioso. Ti fa venire in mente istintivamente di difendere quelle case abbarbicate, abbracciarle per non farle sgretolare via.
La natura qui rivendica il suo stato di possesso, le frane stanno seriamente danneggiando la rupe di tufo. Ad oggi sono solo dieci gli abitanti che abitano Civita. Viene definito il paese che muore, il paese che va scomparendo…

Civita di Bagnoreggio
Civita di Bagnoreggio – Photo credit: fe matarucco on VisualHunt / CC BY-NC-SA

Il paesaggio tutto intorno alla rupe di Civita di Bagnoreggio è caratterizzato da creste di tufo che si ergono aspre, come creste di gallo.

Visitare Civita di Bagnoregio

L’unica via di accesso è il lungo ponte pedonale in cemento. Le auto non possono fisicamente entrare.

Appena dentro, tra le sue case di pietra, sopra i ciottoli consumati dal tempo, regna la vita. È un minuscolo paese che da l’impressione di essere ricco di speranza. La sua gente ne tiene con piglio saldo le redini, i negozi ne raccontano la storia, le persone che custodiscono le attività lo fanno con tenacia, rispetto e amore.

Il turista qui non è semplice turista, è chiamato a testimoniare un qualcosa da tramandare nel tempo, diventa complice e, nonostante quello che sarà un domani questo luogo, l’oggi che si ripete ogni giorno e che andrà avanti ancora e ancora, il visitatore partecipa all’orgoglio di chi non vuole arrendersi.

Civita di bagnoregio entrata
Civita di bagnoregio entrata – Photo credit: Skiwalker79 on VisualHunt / CC BY-NC-SA

Scegliamo un ristorantino a caso. Pranziamo accanto ad una macina per l’olio, poggiamo piatti e stoviglie su di un tavolo di olivo, pietanze calde e forti, sugose e succose, il vino rosso scalda, seduti su panchette di legno traballanti, si rinsalda tra noi compagni viaggiatori la forza dell’unione su questo luogo in bilico.

Il Lago di Bolsena

Dopo la visita di Civita, proseguiamo per la nostra ultima tappa: il Lago di Bolsena, che dista appena 17 km.

È una splendida giornata di dicembre. Le acque del lago vulcaniche sacre agli Etruschi sono tranquille. C’è una netta correlazione tra la rupe di Orvieto e le profondità del lago. Come se il territorio si fosse sollevato da una parte e sprofondato dall’altra. E’ una spiegazione un poco casalinga ma rende l’idea.

Lago di Bolsena
Lago di Bolsena – Photo credit: notarim on Visualhunt / CC BY-NC-ND

Raggiungiamo la cittadina di Marta, da dove si osservano le isole di Martana e Bisentina. Procediamo per Capodimonte, con la sua Rocca Farnese. Intanto il sole scende all’orizzonte, tra poco è l’ora di rientrare verso casa.

Ci sediamo su un muretto a goderci lo spettacolo, poco distante un gruppetto di anziani parlottano in romanesco tra loro. Se la ridono di qualcosa e noi con loro.

Tra Umbria e Lazio Orvieto Civita di Bagnoregio e Lago di Bolsena
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5 risposte

  1. Visitato sia Civita di Bagnoregio (caratteristico, ma forse ora troppo piena di turisti) che Orvieto.. proprio a due passi dal Duomo ho avuto modo di assaggiare in un’osteria una delle migliori porchette della mia vita.

    1. Ciao Valeria mi fa piacere che l’articolo ti sia piaciuto, ti invito a leggere anche gli altri… a tutti noi piacerebbe viaggiare di più… viaggiamo allora con la fantasia, tramite i libri e attraverso le parole altrui!

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