Il castello di Prato sembra calato in mezzo alle case e alla vita di oggi, da un altro pianeta. Il castello dell’Imperatore è vuoto all’interno ma con una struttura che racconta di soldati e guarnigioni.
Non un grandissimo castello ma un castello ricco di storia. Il castello dell’Imperatore è in piazza delle Carceri ed è un esempio di architettura federiciana. Fu costruito sul forte degli Alberti, antica famiglia pratese, raso al suolo nel 1107 durante l’assedio delle truppe di Matilde di Canossa. Qui fu costruito un “Palazzolo” e, intorno al 1240, fu iniziata la costruzione del castello per volere dell’imperatore Federico II di Svevia.
La Fortezza di S.Barbara o Castello Svevo, oggi più conosciuto come castello dell’Imperatore, è esempio di maniero Svevo e unico nel centro-nord d’Italia.
Una città e il suo castello
Non è mai stato un castello “isolato”. Non si trova su una collina, non domina la città ma ne fa parte. Era inserito nel borgo, cioè confinava, ne era parte e c’era anche una pieve anche questa oggi distrutta.Aveva comunque il suo fossato ed era collegato alle carceri.
Era addossato alle mura e serviva per far entrare in città le truppe di turno in sicurezza dentro la città. Le case erano state costruite tutto intorno, come si era soliti fare con i borgi nati al di fuori dim mura cittadine. Si sfruttavano quei muri possenti per addossarci casupole e botteghe arigiane.
Il cambiamento
Questa unione c’è stata fino al periodo fascista, quando furono demolite e il castello prese l’aspetto attuale. La modernità, cioè la necessità di assi viarie, ha dato altri colpi al castello che, ha visto il suo cassero distrutto per costruire Viale Piave.
Quindi, il Castello dell’Imperatore, sembra vuoto ma ha un’anima storica che esce prepotente a chi sa vedere. Otto le torri come Castel del Monte, la pietra chiara e aspetti simbolici. Molti anni fa ho avuto la fortuna di visitare il castello come giornalista insieme ad una discendente della famiglia Hohenstaufen. Un’esperienza decisamente particolare direi.
Architetti dalla Puglia
La costruzione fu affidata da Federico a Riccardo da Lentini, che fece arrivare maestranze fatte giungere appositamente dalla Puglia. Pianta quadrata con quattro torri più quelle (che erano più alte fino al 1700) che appartenevano al “palazuolo distrutto”. In tutto, quindi 8 torri come negli altri castelli svevi.
Un portale a sesto semiacuto segna l’entrata e la pietra è stata accompganata da marmo, come Toscana vuole.
Se si guardano le foto del castello o i dipinti di fine del 1800 si vede come il castello fosse completamente diverso. Era una sola cosa con quella parte di città. Il castello aveva tetti, finestre ed era abitato. Dopo i restauri del 1930 tornò ad essere un castello con i suoi merli ma con tante verità in meno.
Oggi il castello è vuoto perchè ha sempre avuto strutture in legno atte ad accogliere le guarnigioni. Viene utilizzato per manifestazioni. Mantiene un certo fascino anche se sembra calato dall’altro nel contesto cittadino anche se, al contrario, ne ha sempre fatto parte.