La città di Reykjavik è stata una delle mete principali del mio viaggio in terra islandese. L’Islanda, fredda, umida, perlopiù disabitata e come se non bastasse costosissima: quale posto migliore dove programmare le proprie ferie di ferragosto?
No, non sono impazzito, anche se la premessa porterebbe a crederlo: Reykjavik e l’Islanda erano da sempre in cima alla lista dei miei posti da visitare e adesso che sono tornato da pochi giorni da quelle terre che un tempo furono abitate dai vichinghi, posso affermare che non esiste posto migliore dove andare per chi, come me, ama la natura ed i paesaggi da togliere il fiato.
Come tutti i miei viaggi anche questo in Islanda e nella sua capitale Reykjavik è nato così, un po’ per caso, durante un aperitivo lo scorso inverno, quando un amico fra una chiacchiera e una risata mi ha proposto di organizzare un tour fra le capitali del Nord Europa. Inutile dirlo ma chiedere a me se sono interessato ad un viaggio è come chiedere ad un bambino se ha voglia di mangiare della cioccolata!
Senza nemmeno lasciargli finire la frase avevo già risposto con il mio solito “Parliamone!”.
Eh sì, parliamone, perché ogni volta che ricevo una proposta non posso fare a meno di rilanciare e di sfruttare l’occasione per tirare fuori dal cassetto qualche destinazione dal mio “libro dei sogni” ed esaltarla a tal punto dal far cedere il malcapitato. Così è andata anche quella sera ed abbiamo lasciato il locale con un volo prenotato che ci avrebbe portato ad agosto a Reykjavik ed in giro per l’Islanda, e neanche la minima idea di cosa avremmo fatto negli otto giorni che separavano il volo d’andata da quello di ritorno.
Ho passato i mesi successivi a raccogliere informazioni e fare scelte fino a quando, completato l’itinerario della cose da fare, è arrivata la nota dolente delle prenotazioni.
Il nostro viaggio si sarebbe svolto “on the road” e ci avrebbe portato a fare il giro completo dell’isola. Serviva quindi prenotare un’auto e dopo una rapida occhiata ai principali siti di noleggio abbiamo subito capito che non sarebbe stata una vacanza molto leggera… soprattutto per il portafogli.
Quanto costa un viaggio in Islanda! Beh, diciamo che l’Islanda low cost non è facilmente raggiungibile!
Comunque, tornando all’auto che ci avrebbe portato alla scoperta dell’Iceland, la nostra scelta è ricaduta su una piccola utilitaria (ci è stata poi assegnata una Yaris) alla “modica cifra” di 720 euro.
Le strade islandesi non sono un granché, strette e spesso sterrate, ma la piccolina è riuscita a tener banco per più di duemila chilometri portandoci ovunque ed affrontando dignitosamente anche ogni sterrato. Quelle percorribili con auto normali si trovano perlopiù lungo la costa, se avete intenzione di avventurarvi all’interno dell’isola avrete bisogno di un fuoristrada di cui potete già immaginare da soli il prezzo!
Su questo sito troverete tutte le informazioni necessarie sulle strade islandesi.
Reykjavik cosa vedere
Il nostro volo parte da Bologna e dopo un breve scalo a Copenaghen voliamo su Reykjavik Islanda dove atterriamo all’ora di pranzo. Ad attenderci fuori dall’aeroporto, il nostro primo diluvio islandese. Non ci lasciamo scoraggiare, ritiriamo il nostro mini-bolide e ci dirigiamo verso la capitale che si trova a circa un’ora di strada. La pioggia sempre più fitta inizia ad intaccare il nostro morale ma, non appena arriviamo in città, magicamente si placa e ci permette di curiosare per le vie del centro senza bagnarci come pulcini.
Nonostante superi i 100.000 abitanti (quasi la metà dell’intera nazione) Reykjavik appare più come un grande paese, non sono molti i palazzi di grandi dimensioni e la maggior parte delle case non supera i due piani ed ha l’esterno ricoperto di lamiera ondulata spesso dipinta di colori sgargianti.
Hallgrímskirkja e Harpa: i due edifici simbolo di Reykjavik
Nella “skyline” (inesistente) di Reykjavik, spiccano su tutti due edifici che non a caso sono le due principali attrazioni della città: la Cattedrale Hallgrímskirkja e la Sala Concerti Harpa.
Decidiamo di partire dalla prima e la raggiungiamo a piedi. L’edificio è imponente e la facciata svetta altissima verso il cielo grigio sopra le nostre teste. Anche se moderno l’esterno della chiesa è decisamente d’impatto a differenza dell’interno, a mio parere, troppo semplice e freddo.
A pochi passi da lì si affaccia sul golfo che bagna la città la sala concerti denominata Harpa: questo complesso mai terminato a causa della pesantissima crisi che ha colpito il paese, ha un’architettura molto particolare che merita di essere vista.
Una cena da ricordare
Si avvicina l’ora di cena e ci dirigiamo verso la strada principale del centro, affamati ci mettiamo alla ricerca di un ristorante che mi è stato consigliato da un’amica che ha vissuto qua per qualche tempo: lo Svarta Kaffid.
Il locale è molto semplice come il menù che offre.
Una volta accomodati ad uno dei tavolini che affollano la piccola stanza ci viene chiesto di scegliere fra le due zuppe del giorno a disposizione. Le zuppe (molto buona la mia a base di verdure e carne di agnello) vengono servite all’interno di una grossa pagnotta svuotata. Oltre ad essere molto caratteristico, questo locale ha il grande pregio di farti cenare ad un prezzo accettabile (circa 20€) cosa non da poco in un paese dove, ormai lo avrete capito, il costo vita in Islanda costa un’occhio della testa. Ve lo consiglio!
Dopo un breve sosta in un pub lì vicino, dove una giovane band intrattiene i clienti con musica rock anni ’80 arriva per noi l’ora di andare a dormire. La guest house che abbiamo prenotato è piccola ma carina, ha un solo difetto che lascio a voi provare ad indovinare (€€€) ma l’eccitazione al pensiero di ciò che vedremo nei prossimi giorni vince su tutto ed andiamo a letto carichi e pronti ad affrontare la nostra avventura.
Golden Circle, il Circolo d’Oro d’Islanda
Ci svegliamo con la pioggia (almeno quella è gratis!) e dopo una veloce colazione ci mettiamo subito in viaggio per la prima delle tante meraviglie naturali che andremo a vedere: le Gullfoss ovvero le Cascate d’Oro. Fanno parte di quello che viene denominato il Cerchio d’Oro o Goden Circle o Circolo d’Oro: un itinerario di circa 300 km che, partendo e tornando a Reykjavik, permette di ammirare quattro bellissime attrazioni: le Gullfoss appunto, il lago vulcanico di Kerið, l’area geotermale di Haukadalur, contenente i geyser Geysir e Strokkur e il Þingvellir National Park.
Gullfoss, le Cascate d’Oro
La pioggia si è fortunatamente placata, una fortuna che ci accompagnerà per tutta la vacanza sarà quella di incontrarla solo durante gli spostamenti in macchina per poi cessare ogni volta che dobbiamo scendere per visitare qualche attrazione, e ci dirigiamo verso le cascate. Facilmente raggiungibili dal parcheggio attraverso due brevi sentieri che offrono sia una visuale dall’alto che una da vicino sono da molti ritenute fra le più belle dell’isola. Forse per la loro imponenza o forse per l’enorme canyon a cui danno vita sono sicuramente state fra le più suggestive che ho visto anche se non le mie preferite.
Il lago vulcanico di Kerið
A breve distanza e proprio lungo la strada incontriamo il lago vulcanico di Kerið. Le ripide e spoglie pareti di questo cratere ormai inattivo raccolgono l’acqua piovana che rimane intrappolata sul fondo formando questo piccolo lago di un azzurro acceso grazie ai molti minerali disciolti di cui questa terra è ricca. Ad attenderci ora sulla nostra strada, uno di quegli spettacoli che in pochi altri paesi al mondo è possibile vedere.
L’area geotermale di Haukadalur
Arriviamo sul sito e subito veniamo pervasi dal caratteristico odore di uova marce presente in tutte le aree geotermali e di cui quella di Haukadalur non poteva certo essere priva. Fra camini di vapore e pozze di acqua bollente la vera star di questa località è lo Strokkur, un potente geyser che ad una
cadenza regolare di 7-10 minuti spara in aria una colonna d’acqua che arriva a superare i 25 metri di altezza e che finisce regolarmente per inzuppare i turisti meno accorti che si posizionano a favore di vento.
Þingvellir National Park
Ultima tappa del Cerchio d’Oro è il Þingvellir National Park. L’importanza storica di questo sito nasce dal fatto che ha ospitato la formazione del primo parlamento islandese, in effetti il primo parlamento democratico al mondo, insediato dai vichinghi più di 1.000 anni fa! Inoltre il paesaggio offre l’impressionante visione, risultato dello scontro di due placche tettoniche, uno dei pochi luoghi al mondo dove si riesce a distinguerne due così nettamente.
Abbandoniamo il Cerchio d’Oro prima di raggiungere Reykjavik deviando verso nord dove ad attenderci per la notte è la simpatica padrona di una fattoria spersa in mezzo al verde non troppo lontana da Hvammstangi piccolo paese sulla costa a nord ovest dell’isola. Prima di raggiungerla però facciamo sosta ad altre due cascate molto vicine tra loro che incontriamo compiendo una breve deviazione sul tragitto. La prima che visitiamo, Hraunfossar, è formata da tanti piccoli rivoli che sbucano direttamente da sotto le rocce e confluiscono in un grande ruscello dai colori meravigliosi. La seconda invece, Barnafoss, è più imponente e scorre schiumosa fra le rocce.
Dopo aver percorso la costa ovest, il nostro tour ci ha portato sulla costa est per completare il giro completo dell’isola. Leggi anche Viaggio in islanda. Alla scoperta dei fiordi islandesi