Una giornata tra monumenti barocchi, animali e dinosauri. Una bella pasquetta quella che ho trascorso con la mia famiglia in provincia di Pisa, a Calci per la precisione. Un piccolo paese di poco più di 6 mila anime che racchiude due piccoli gioielli: la Certosa e il museo di storia naturale. Peccato che, come me, hanno avuto la stessa idea centinaia di altre persone e la folla ha creato qualche complicazione.
La colpa dei disagi che abbiamo subìto è essenzialmente nostra. La sveglia ha suonato a vuoto. Dopo giorni di lavoro, trasferte familiari a Roma e trasferte calcistiche a Bologna, un po’ di riposo ci spettava. E così, in barba alla previsioni e ai programmi, a Calci arriviamo poco prima delle 11.30 del mattino. E’ Pasquetta e scopriamo già dalla fase di ricerca del posto auto, che il posto è affollato.
In realtà è molto più che affollato: è saturo. Arrivati alla Certosa veniamo a sapere che l’ultimo ingresso, previsto alle 12.30, causa ressa è stato anticipato alle 12 e che i biglietti sono già tutti esauriti. La nostra gita inizia male.
La certosa di Calci
Non ci facciamo perdere d’animo. Con Diego sfruttiamo l’occasione per fotografare comunque l’esterno della Certosa, mentre Valentina rincorre Flavia sul vasto prato del chiostro interno: è una bella giornata di sole, piacevole stare all’aperto. La Certosa di Calci, anche vista da fuori, si conferma uno splendido edificio in stile barocco. Fondato nel 1366 da una famiglia di certosini e stato ampliato tra il XVII e il XVIII secolo: una grande costruzione bianca con delle eleganti scale. La cura del complesso oggi è affidata all’Università di Pisa. Un peccato non poterne ammirare gli interni: sarà per un’altra volta.
Il programma della giornata quindi viene ribaltato. Usiamo il tempo che ci è rimasto per fare una visita al mercatino artigianale allestito alle porte della Certosa.
Una breve e rapida occhiata ai banchi (che ai bambini interessano poco) e si torna alla macchina. Da lì diretti ad un vicino fast-food perchè Diego e Flavia ormai avevano giustamente fame. Ma appena terminato di mangiare non demordiamo: si torna a Calci.
Il museo di storia naturale di Calci
C’è infatti l’altra parte del complesso da vedere, vero obiettivo della nostra visita: il museo di storia naturale. All’ingresso, dopo aver pagato 14 euro a biglietto (bambini esclusi), una rapida spiegazione delle sale da vedere e la consegna di una mappa. Che, durante il tragitto, si rivelerà assai confusa: ci sono da fare in continuo scale per visitare aree particolari, ma la mappa le segnala sommariamente. Grazie a Valentina però, che ha assai più senso di orientamento di me, riusciamo a fare il giro completo.
I minerali
La prima parte della visita riguarda i minerali e la storia della Terra. Sarà la parte meno interessante per i bambini, ho pensato. Sbagliando. Già le prime sale hanno attirato l’attenzione di Diego e Flavia. Le pietre conservate infatti sono numerosissime e molto curiose, particolari all’occhio del bambino. C’è la pirite, i cristalli di gesso, il quarzo, lo zolfo, l’ametista. “Guarda papà, i diamanti!”. La parte inziale della galleria è dedicata all’origine del sistema solare e sono conservati alcuni meteoriti (tra cui quello rinvenuto a Bagnone, del peso di 48 chili). La parte centrale della galleria è dedicata alla collezione mineralogica della Toscana: oltre 400 campioni in gran parte provenienti dalle Alpi Apuane (Carrara, Massa e Pietrasanta) e dall’isola d’Elba.
I bambini, oltre a rimanere affascinati dalle forme e dai colori, possono toccare le pietre, sentirne consistenza e peso. E la cosa li ha molto interessati. Così come il laboratorio, creato proprio per i più piccoli (non a caso qui organizzano molte gite scolastiche).
L’uomo della preistoria
Poi ci sono le altre sale. Una dopo l’altra praticamente tutte hanno affascinato i miei figli. Quella dedicata alla preistoria, con le riproduzioni dei primi ominidi, dell’Homo di Neanderthal, le grotte, i primi animali: ossia la sala “C’era una volta l’uomo”.
I mammiferi
Poi arrivano gli animali: i grandi mammiferi. Centinaia di esemplari imbalsamati. La cosa, è vero, può sembrare un po’ macabra. Però devo dire che i miei bambini, come tutti gli altri presenti, erano molto incuriositi, per nulla intimoriti o spaventati. Gli animali conservati in perfetto stato in teche di vetro sono centinaia e centinaia, dalle antilopi alle pantere, dai leoni agli orsi, dalle scimmie agli uccelli agli insetti. Sul sito del museo una spiegazione dettagliata della provenienza degli animali.
Cetacei e pesci
Molto, molto belle agli occhi dei bambini anche le sale successive. Quelle dedicate ai cetacei, con alcuni scheletri di balena e di altri grandi cetacei e le ricostruzioni di una balenottera e di un’orca. Purtroppo, nei giorni della nostra visita, le sale in questione erano in fase di restauro quindi un po’ in disordine. Ma presto inaugureranno una nuova area proprio destinata ai mammiferi del mare.
Tanta curiosità dei bambini anche per i pesci, questi vivi e perfettamente in salute all’interno di grandi acquari. Ci sono specie diversissime e molto, molto particolari, dall’elegante razza al temibile piranha. Passando per tutta un’altra serie di pesci di cui ignoravo l’esistenza, alcuni dei quali dalle stranissime forme.
Un’intera vasca invece è riservata alle carpe giapponesi.
Dai minerali ai dinosauri: il museo di storia naturale è tutto in formato bambino
I dinosauri
Ovviamente i dinosauri hanno una parte di primo piano, specie per Diego che ha 5 anni. In questo caso la fortuna ha voluto che accanto al normale allestimento del museo fosse ospitata anche un’esposizione straordinaria temporanea. Quindi in questo caso abbiamo visto molte più cose di quelle che di solito il museo offre.
Estremamente suggestive le ricostruzioni di grandi e piccoli esemplari di dinosauro. Interessanti però anche le ricostruzioni con i resti rinvenuti degli scheletri di questi mastodontici animali. Hanno attirato l’attenzione dei più piccoli anche i due differenti video proiettati in due sale che raccontavano con belle immagini la storia della terra e dei dinosauri.
Terminata la visita, attorno alle 17.30, siamo stati in un vicino e molto ben fornito bar-pasticceria, dove abbiamo fatto merdenda. Poi tutti a casa, contenti di una bellissima Pasquetta passata tutti e quattro insieme.
Calci, come arrivare alla Certosa e al museo
In autobus da Pisa è possibile raggiungere Calci in circa 30 minuti con i mezzi di linea CPT 160 e 180, con partenza dalla stazione centrale degli autobus (Sesta Porta). Gli orari sono disponibili sul sito CPT. Per autobus o auto private, per chi proviene dall’autostrada A12 Genova-Livorno l’uscita consigliata è Pisa centro. Per chi proviene dalla superstrada FI-PI-LI le uscite consigliate sono Cascina o Navacchio. E’ possibile arrivare anche dalla Versilia passando per la Sarzanese, proseguendo per Massaciuccoli sulla via Pietra a Padule e poi proseguendo in direzione Pontasserchio.
Calci sta accoccolato ai piedi del Monte Pisano, affacciato sulla pianura dell’Arno. È un paese formato da un centro – la Pieve – e da varie frazioni: Montemagno, Tre Colli, Villa, Il Colle, Castelmaggiore, San Donato, Nicosia. Da visitare anche la pieve intitolata ai Santi Giovanni ed Ermolao costruita tra il 1080 e il 1111 in stile romanico-pisano, la chiesa di San Bernardo, sulla strada che sale sul Monte Serra, il convento di Nicosia, la rocca della Verruca. Molti i percorsi dedicati ad escursioni a piedi, mountain-bike e cavallo.
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