Questo è senza dubbio uno dei percorsi più belli del Levante Ligure, è consigliabile farlo fuori stagione per evitare l’affollamento turistico estivo, con buone scarpe da trekking e una giusta scorta di acqua.
Levanto Monterosso
Il sentiero Levanto Monterosso è di circa 8 km. con un dislivello di 300 mt., che si dovrebbe percorrere in quattro ore ma che diventano molte di più perché è impossibile non fermarsi ad ammirare il fantastico panorama che ci si apre davanti ad ogni passo.
Non richiede particolari abilità, anche se ci sono salite che potrebbero risultare faticose e alcune discese a gradoni in notevole pendenza, vi assicuro che ne vale la pena. Provare per credere.
Levanto e i suoi sentieri sulla scogliera
Il sentiero parte da Levanto, ci si può arrivare in auto o in treno. Se, per motivi logistici, decidete di arrivare in auto trovate un’ampia zona parcheggio proprio davanti alla stazione, molto comodo dato che il rientro a fine percorso verrà effettuato in treno.
Lasciatevi la stazione alle spalle e dirigetevi verso il mare.
Quando lo avrete davanti e il salmastro vi avrà già riempito i polmoni camminate sulla passeggiata in direzione sud.
Vedrete davanti a voi, sul finire della baia, una grande villa con le imposte azzurre, impossibile non notarla.
Ecco sotto questa villa ci sono dei portici e lì inizia il nostro sentiero.
Levanto Monterosso trekking – Segnavia SVA: Sentiero Verde Azzurro.
Fatta qualche rampa di scale, lo so si inizia bene, vi troverete davanti ai resti del Castello di Levanto.
Lasciate per un attimo il sentiero e costeggiando il castello scendete verso il Duomo di Sant’Andrea, una cattedrale romanica in marmo bianco e nero. Lì intorno si snodano piccole viuzze del centro città che riportano indietro nel tempo, fate due passi, non ve ne pentirete.
Ma è tempo di tornare al nostro sentiero.
Trekking Levanto Monterosso – La baia di levanto fino a scorgere Portofino
Si sale, si sale e si sale ancora. Impossibile non fermarsi per ammirare la baia di Levanto vista dall’alto.
Ma lo sguardo va oltre, arriva fino al promontorio di Portofino e ancora oltre.
Si vede l’arco della Liguria e all’orizzonte, proprio di fronte a noi, notiamo con meravigliosa sorpresa le cime innevate delle Alpi Marittime…
Il mare è tutta una sfumatura di blu… il sole splende e anche se siamo ai primi di Marzo iniziamo a riporre le giacche.
Il percorso varia continuamente, a tratti è un viottolo in piano pieno di piante di cactus e erba verde, poi si inasprisce e camminiamo su rocce e sassi.
Costeggiamo casolari in pietra e anche abitazioni molto particolari, curate artisticamente con mosaici in vetro colorato e strane figure mostruose.
Ci sono punti dove ripide falesie sono a picco sul mare, altri in cui guadiamo piccoli ruscelli che scendono rumorosi, poi cambia ancora e ci inoltriamo in una macchia ombrosa di lecci.
Contorti e solitari pini marittimi svettano verso il cielo azzurro come silenziose sentinelle, accompagnandoci per tutto il sentiero.
Siamo in marcia da circa tre ore quando arriviamo a Punta Mesco. Questa punta è esattamente l’estremo lembo del promontorio che si protende verso il mare aperto.
La discesa verso Monterosso
Quello che ci si apre davanti è il versante meridionale della costa, la vista spazia dalla Palmaria, con l’isolotto del Tino e del Tinetto, alle Cinque Terre: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza sono ben visibili, fino ad arrivare all’ultimo di queste, che si trova proprio sotto di noi, Monterosso.
Il panorama è meraviglioso, lascia senza parole.
Prima di affrontare la discesa verso Monterosso è d’obbligo fare una deviazione di pochi metri per arrivare proprio in punta al promontorio dove si trovano i ruderi del Monastero di Sant’Antonio del Mesco, abbandonato intorno ai primi anni del 1600.
Da qui la vista è ancora più spettacolare: da una parte abbiamo la costa meridionale dall’altra quella settentrionale.
Proprio qui al Monastero, con questa vista, facciamo una lunga sosta. Non finiremmo mai di saziarci di questa meraviglia.
La discesa verso Monterosso è impegnativa ma si può fare. Muoviamo gli ultimi passi e sentiamo già il suono della risacca del mare.
La spiaggia è di ciottoli levigati dalle acque. Monterosso come tutti i piccoli paesi della Liguria è sovrastato dai monti, le case dalle tinte pastello sono incastrate le une alle altre come a proteggersi, le vie che le dividono sono strette, irte.
Il mare è calmo e placido ed è difficile immaginarlo in tempesta, pronto a far danni, pronto a distruggere come purtroppo ha fatto.
Facciamo un giro in paese e poi ci dirigiamo verso la stazione. Con un euro e novanta centesimi a testa, e cinque minuti di treno, torniamo a Levanto, dove ritroviamo le auto e la via di casa.