A me piace il vino, non berne tanto ovviamente ma assaporarlo, cercare il territorio che si nasconde tra le pieghe. E allora spesso i miei viaggi mirano ad un “territorio del vino” come quello dove nasce il Chianti Classico.
Il territorio dove si produce del Chianti Classico si divide tra Firenze e Siena e sono circa 70.000 ettari. Siamo a circa 700 sul livello del mare tra boschi di querce, pini e castagni, gli sfilati cipressi e naturalmente vigne e olivi.
Panorami da cartolina e freddo d’inverno e caldo d’estate perciò i periodi migliori per andare a visitare questo territorio sono (e le sue cantine) la primavera e l’autunno.
I comuni sono di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti e Radda in Chianti per intero e, in parte, quelli di Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi e San Casciano in Val di Pesa. Qui sotto una carina molto chiara.
La storia del Chianti come territorio
Per capire un territorio bosogna entrare nella storia e anche il simbolo scelto, quel gallo nero, racconta una storia. Si dice che lo storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento, nel fiorentino Palazzo Vecchio derivi da una leggenda medievale.
Le due Repubbliche di Firenze e Siena si combattevano aspramente il territorio del Chianti. Alla fine per fermare quella lunga guerra decisero di far partire, dai rispettivi capoluoghi, due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro.
La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato il canto di un gallo come era abitudine a quel tempo. I senesi scelsero il loro cavaliere e il loro gallo, bianco, i fiorentini scelsero un gallo nero che tennero chiuso in una piccola e buia stia pressoché digiuno per così tanti giorni da indurlo in un forte stato di esasperazione.
Il giorno della partenza, non appena fu tolto dalla stia, il gallo nero cominciò a cantare anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto permise quindi al cavaliere di Firenze di partire immediatamente e con grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo “regolamentare”, cantò.
Il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri e a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere. Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena stessa.
Facciamo chiarezza
Fattori umani e fattori umani hanno creato ciò che oggi è il vino Chianti Classico denominazione aggiunta solo nel 1932. Una scelta fatta per distinguere il Chianti prodotto nella zona di origine.
Da allora il vino Chianti è quello prodotto al di fuori dell’area geografica chiamata “Chianti” (in diverse zone che si aggiungono spesso al nome: Chianti Ru[1]fina, Chianti Colli Senesi, Chianti Colli Aretini, Chianti Colli Pisani), mentre il Chianti Classico è il vino pro[1]dotto nella zona di origine chiamata “Chianti”.
Noi ci siamo gustati la zona del Chianti Classico
Partendo da Firenze la nostra prima destinazione è San Casciano. Un paese che amo particolarmente perché qui c’è un bellissimo teatro all’italiana, una bomboniera addossata alle vecchie mura ma anche perché qui, quando abitavo in zona andavo tutte le domenica in una meravigliosa pasticceria a far colazione.
Le colline intorno a San Casciano sono un tripudio di bellezza. Vicino, a Montefiridolfi, c’è La tomba etrusca dell’arciere. Fu scoperta accidentalmente durante i lavori agricoli nel 1978 e immediatamente fu eseguito lo scavo e il restauro da parte della Soprintendenza Archeologica.
Proseguiamo per Greve, altro posto del cuore, coni suoi portici ( non dimenticate la macelleria Falorni!) e la vicina Montefioralle, un gioiellino medievale assolutamente da non perdere. Qui risiedeva la famiglia Vespucci quella del navigatore Amerigo da cui l’America pare prendere il nome. Nel territorio di Greve si trova Il castello di Vicchiomaggio, visitabile, è anche detto Vico de’ Lombardi, denominazione che ne ricorda l’origine longobarda. Documentato per la prima volta nell’ 857.
Da Greve si sale verso Panzano. Qui trovate una star della bistecca alla fiorentina il famoso “Cecchini”. Del borgo medievale c’è ben poco, rimane solo che è incorporato nel campanile della chiesa di Panzano Alto. Lo sfortuna borgo, infatti, era al centro delle dispute di Firenze e Siena che lo misero ripetutamente a ferro e fuoco.
San Donato in Poggio
San Donato è un piccolo borgo medievale che si trova in cima adun colle. Delizioso, ben tenuto si raggiunge con facilità dalla superstrada Firenze Siena. Però io consiglio di salire le colline, godersi il panorama, il profumo delle ginestre d’estate. Camminare per le sue stradine è come fare un salto nel tempo.
Entrando da Porta Fiorentina si entra nella via del Giglio che dal XII secolo attraversa il borgo. Possiamo ancora vedere una casa torre, la torre campanaria. Consigliato il bel palazzo Malaspina dove spesso si svolgono mostre. Anche la chiesa gotica di Santa Maria della Neve è da vedere. Da non perdere, fuori dal paese, la Pieve di San Donato del 989.
Castellina
Qui dominano il panorama e la storia. Fu più volta distrutta e ricostruita sempre per la famosa guerra per il territorio tra Firenze e Siena. Ma il sito ha origine etrusche e ancora oggi si possono vedere resti visitabili di scavi archeologici e anche nel museo che si trova in centro.
Il borgo è caratteristico e godibile. Una tipica fortezza medievale con i resti delle possenti torri oggi incorporate. Rimane la rocca da cui si gode una vista spettacolare, oggi luogo di cerimonie ed eventi.
La fortificazione principale, la Rocca con la sua imponente torre del 14° secolo, offre una vista spettacolare sulla città e la campagna circostante, luogo meraviglioso per celebrare matrimoni civili o altri tipi di eventi.
Gaiole
Situata alla base della vallata Gaiole è sempre stata importante come città di traffici e scambi. Una grande piazza mostra ancora questa sua apertura al commercio. Intorno castelli e ville: Montegrossi, meleto, Monte luco, Vertine, senza dimenticare, Spaltenna, Coltibuono e Meleto.
A Gaiole c’è più grande cantina dell’area del Chianti Classico: il Castello di Brolio. Il castello dove il Barone Bettino Ricasoli inventò la formula del Chianti nel 1872.
A zonzo
La cosa migliore è girovagare, percorrere le strade lentamente, entrare nei borghi, assaggiare la cucina locale sempre all’altezza. Lasciarsi incantare dai castelli ben tenuti, dal panorama superbo e ascoltare il suono di antiche battaglie e poi dimenticarlo con un buon bicchiere di Chianti Classico.
Qui vi metto una guida per la scelta.