Una delle ragioni principali della visita di Caprera è stata la curiosità di vedere la Casa di Garibaldi Caprera dove l’eroe dei due mondi visse i suoi ultimi anni dedicandosi all’agricoltura, ma continuando anche a fare politica.
Nei miei ricordi scolastici ricordavo che Giuseppe Garibaldi fu mandato in esilio a Caprera dopo le sue innumerevoli battaglie per la libertà.
Questo mi faceva supporre che questo luogo, al tempo cosi isolato dal mondo, fosse una specie di prigione imposta dal Re d’Italia.
Invece no, Caprera era di proprietà dello stesso Garibaldi.
Caprera, l’isola di Garibaldi
Egli acquistò, grazie all’eredità del fratello Felice, la metà settentrionale dell’isola di Caprera nel 1856, vivendo inizialmente in una tenda, poi in una casupola e alcuni anni dopo si fece costruire, nello stile delle fattorie sudamericane, la famosa “casa bianca“.
Dieci anni più tardi, una colletta dei figli e degli ammiratori gli permise di comprare anche l’altra metà dell’isola, fino a quel momento appartenuta a Richard e Emma Collins, famiglia inglese molto legata a Giuseppe.
Primo soggiorno di Garibaldi a Caprera
Garibaldi però giunse a Caprera già il 25 settembre 1849 per appena un mese. Dopo il suo arresto a seguito della fuga da Roma doveva essere mandato in esilio a Tunisi, ma la sua nave non fu accolta in Algeria e il comandante originari della Maddalena, ebbe ordine di portarlo lì. Con lui “Leggero”, il maddalenino Giovanni Battista Culiolo, che lo aveva sempre seguito e assistito anche per la morte di Anita nella pineta di Ravenna.
Ad accogliere gli esuli c’era tutta la popolazione, dato che alcuni abitanti furono a fianco dell’Eroe dei due mondi in molte occasioni.
Durante quel primo soggiorno Garibaldi volle conoscere le famiglie dei suoi soldati e partecipò anche ai lavori dei campi e alla vendemmia, ma si rese anche protagonista di un’ulteriore impresa eroica: Salvò tre pescatori da morte certa dorante una battuta di pesca.
Il ritorno a Caprera
Al ritorno dalla sua seconda avventura americana, deciso a mettere su casa e a dedicarsi alla famiglia, Garibaldi ottenne da Nizza il permesso di trasportare merci nel mediterraneo con il suo Cutter Emma, in onore di Emma Roberts e del loro mancato fidanzamento e per alcuni anni furono intensi i viaggi tra la Francia, Genova e la Sardegna fino a quando nel 1857 la sua nave naufragò a causa di una tempesta e Garibaldi decise di abbandonare definitivamente il mare per dedicarsi all’agricoltura.
Caprera e l’unità d’Italia
Nel 1809, giunse nell’isola della Maddalena un emissario del governo inglese con un importante messaggio per il Barone De Geneys alla sede della Marina Sarda: Era tempo di cominciare a pensare alla restaurazione del regno e dopo aver conferito con De Geneys, inviò al suo governo un dispaccio in cui si parla della “Causa d’Italia” e “dell’unione e dell’indipendenza italiana”.
Il destino volle che quarant’anni dopo quel messaggio che costituisce uno dei primi atti unitari, approdasse nell’isola, l’uomo che doveva realizzare l’unità d’Italia.
luogo di riferimento dove decise di soggiornare dopo tante traversie, punto di riferimento costante tra un viaggio e l’altro, tra un’impresa e l’altra.
Il Compendio Garibandino a Caprera
Attraversato il ponte che separa l’isola Caprera dall’isola de La Maddalena, ci dirigiamo – dopo la splendida cala Coticcio – verso il Compendio Garibaldino, dove il generale Giuseppe Garibaldi visse con i suoi familiari, dal 1856 al 1882, anno della sua morte avviando la sua azienda agricola.
Visse sull’isola circa 26 anni occupandosi personalmente delle coltivazioni di campi e frutteti.
Ai margini della fattoria piantò alberi ad alto fusto, dei quali ne sono rimasti alcuni tra cui il maestoso pino che troneggia al centro del giardino che venne piantato nel febbraio del 1867 in occasione della nascita della figlia Clelia.
Oggi l’Italia t’adora.
Invocati la nuova Roma novello Romolo.
Tu ascendi o divino:…
Tu ascendi. E Dante dice a Virgilio
“Mai non pensammo forma più nobile d’Eroe”G. Carducci
La casa di Garibaldi a Caprera
fu anche un luogo dove fare politica
A Caprera, però, Garibaldi non fu solo un contadino, come siamo abituati a pensare. L’isola fu meta in quegli anni di migliaia di persone, di misteriosi emissari, di influenti personaggi del tempo.
I rappresentanti di tutti i movimenti indipendentisti o rivoluzionari europei, dai russi ai greci, agli ungheresi, ai polacchi agli spagnoli e per tutti egli aveva parole di esortazione, consigli e preziose direttive.
Nel settembre del 1861, si reca a trovarlo addirittura il Ministro degli Stati Uniti per conto del presidente Lincoln per offrigli il comando delle truppe confederate.
Infine a Caprera maturò il sogno di unità d’Italia con Roma Capitale, e nel 1860 partì per la spedizione dei Mille. Dopo lo storico incontro di Teano con Vittorio Emanuele fece ritorno a Caprera con un sacco di sementi, tre cavalli e una balla di stoccafisso.
La casa di Garibaldi Caprera
La prima casa di Garibaldi Caprera fu di tre vani. È ancora esistente nella parte sud del cortile, ma ben presto si rivelò troppo piccola e in un primo momento fu fatta venire da Nizza una casa in legno di facile e rapida costruzione. In seguito si recintò con un muro la proprietà per proteggere le colture dagli animali selvatici e, infine, fu edificata l’attuale “casa bianca“.
Nelle Stalle i suoi attrezzi, una macchina a vapore per mietere le granaglie, due selle portate dal sud America e la sua vasca da bagno essendo un locale riscaldato.
Si trova in questi locali anche la stele di sepoltura della sua cavalla Marsala con la quale arrivò a Palermo nel 1860.
Una casa dall’architettura semplice, realizzata con stanze comunicanti, articolate intorno ad un piccolo disimpegno senza finestre, destinato alla scala di accesso alla terrazza dalla quale si domina tutto l’arcipelago.
Ben presto creò a Caprera, una piccola comunità, la casa venne ingrandita e vennero via via aggiunte tutte le strutture necessarie: il forno, il mulino a vento, il magazzino per gli attrezzi, la stalla e la dispensa. Circondato dall’affetto dei maddalenini riuscì a creare una “una vera repubblica democratica e sociale”.
Piantò molti alberi e cominciò a fare la vita del contadino, coltivando i campi e allevando polli, ovini, cavalli (la sua celebre cavalla bianca, Marsala, è sepolta poco lontano dalla casa).
Allevò anche molti asini ai quali si divertiva dare il nome dei suoi nemici (il più recalcitrante dei quali fu chiamato col nome del papa beato Pio IX).
Nella Casa Bianca, inoltre, Garibaldi visse con i figli avuti da Anita e quelli che ebbe da una domestica e dalla terza moglie Francesca Armosino.
Negli ultimi anni, ebbe modo di preparare le grandi imprese che crearono l’Italia portandolo ad essere uno degli uomini determinanti del nostro Risorgimento. A seguito della ferita di Aspromonte, l’artrite e la malaria contratta in Sud America era minato nel corpo ma non nello spirito. Schivo di onori e di ricompense, visse gli ultimi anni della sua vita in assoluta povertà con la compagna Francesca Armosino, una popolana piemontese che gli aveva dato tre figli e che egli riuscì a sposare due anni prima della morte.
La morte di Garibaldi
Il “Leone di Caprera” si spense alle 6 del pomeriggio del 2 giugno 1882 e nella Casa Bianca di Caprera l’orologio fu fermato ed i fogli di un grande calendario non furono più staccati: segnano ancora oggi l’ora e il giorno della morte dell’eroe.
La sua ultima camera fu allestita nel salotto principale e il letto fu rivolto verso la finestra affinché potesse vedere l’esterno.
Chiese che il suo corpo fosse cremato, ma questa decisione fu disattesa per motivi religiosi: non potevano essere bruciate e disperse le spoglie dell’eroe.
Vennero imbalsamate e sepolte in una tomba, in granito grezzo, appena dietro la casa nel piccolo cimitero di famiglia.
E di quelle spoglie i maddalenini si proclamarono subito gelosi custodi mutando lo stemma comunale in quello attuale che raffigura il “Leone di Caprera”, che simboleggia Garibaldi, irto su uno scoglio che rappresenta l’isola a lui tanto cara. Da quello scoglio le spoglie dell’eroe, come dice il motto latino che contorna lo stemma araldico del comune di La Maddalena,vigilano e proteggono le coste d’Italia:
HEROIS CINERES ORAS TUTORQUE LATINAS
Il museo garibaldino Caprera
A Caprera sono rimasti la sua casa ben restaurata, le sue barche e i suoi oggetti, diventati cimeli di un museo fra i più conosciuti e visitati d’Italia.
Le sue Barche, una grande per raggiungere La Maddalena (il primo ponte fu costruito circa 50 anni dopo la sua morte) ed una da regata, donata dai Cantieri Orlando di Livorno sono esposte all’interno del giardino.
Il Compendio Garibaldino di Caprera è aperto alle visite, eccetto il lunedì per turno settimanale di riposo e il costo del biglietto è di euro 7 (3,5 ridotto).
La vita di Garibaldi sull’isola e come egli la coltivava sono descritte nel libro di memorie scritto dalla figlia Clelia, intitolato Mio padre.
Nel 1982 è stata dichiarata Riserva naturale orientata, fino alla costituzione del parco nazionale.
Casa di Garibaldi Caprera come arrivare
Nella stazione marittima di Palau, due compagnie marittime predispongono l’imbarco per raggiungere d La Maddalena. Garantiscono il servizio dalle ore 04:30 alle ore 24:00.
Sono garantiti anche viaggi notturni ogni ora.
Se non avete l’auto, al porto di La Maddalena un bus accompagna i visitatori sino al Museo Garibaldino a Caprera.
D’estate il collegamento è ogni 30 minuti, nella stagione invernale ogni ora.
24 risposte
Ci sono stata in gita scolastica in seconda media. Peccato non aver saputo allora tante cose.
Davvero una visita interessante, da fare almeno una volta nella vita. Caprera poi dev’essere bellissima!
bellissima, vorrei visitarla anche io! e Caprera deve essere spettacolare, credo di esserci stata da piccola ma non ricordo nulla
Garibaldi è sempre stato uno dei meiei eroi preferiti, un Che Guevara italiano, che non vuole rinunciare alla lotta e alla purezza degli ideali ( e per questo finisce male). Mi piacerebbe molto visitare la sua casa a Caprera
Nel lontano 2008 feci un viaggio con le mie amiche e visitammo proprio Caprera, mi hai fatto rivivere un viaggio favoloso.
Ho condiviso questo tuo articolo nella pagina Facebook legata al mio blog
grazie
molto affascinanti le foto della sua casa! E pensare che siamo passati molto vicino a Caprera, ma non ci è venuto in mente di fare un salto a visitare questo incantevole luogo dal fascino storico!
Un ripasso di storia fa sempre bene, devo dire che sono isole favolose, complimenti per le foto, sono molto suggestive.
Imparare e ricordare la Storia in modo visivo è sempre la cosa migliore. Mi piace molto ritornare ai tempi dei libri di scuola andando a visitare un museo o una mostra, perché credo che le informazioni che si apprendono in maniera visiva siano quelle che ci rimangono più in testa. In ogni caso il tuo percorso è stato molto interessante, chiaro ed esaustivo. Un giretto a Caprera lo farò, sicuramente.
davvero molto affascinante
anche nella mia piccola città ha soggiornato garibaldi
Molto probabilmente sarà una delle tappe sarde della prossima estate!!!
È sicuramente un giro ricco di bellezza e interesse!!
Nicoletta
http://lavieestbellebynicoletta.com
sono stata qui tantissimo tempo fa con la mia famiglia mi hai fatto battere il cuore per i ricordi che mi sono tornati in testa, tra club mediterrané ( all’epoca ) e questa casa monumentale
Davvero interessante ,a scuola purtroppo tante cose non te le spiegano e invece si dovrebbe approfondire di più sulla storia dei tanti eroi d’Italia.
è una storia molto interessante. Nella casa di Garibaldi a Caprera non sono mai stata, però qui vicino a casa mia c’è il capanno dove morì Anita, abito a Ravenna :)
Ci sono stata diverse volte. Sono stata in vacanza da quelle parti molte estati. È bello poter visitare luoghi ricchi di storia e di storie
Molto interessante questo post. Sapevo che Garibaldi aveva passato tanti anni a Caprera, ma sinceramente non sapevo che l’isola fosse tua e che se la fosse acquistata in parte con la colletta di amici ed estimatori. Grazie delle info e di tutte queste bellissime foto.
Interessante scoprire i luoghi dove ha vissuto Garibaldi negli ultimi anni di vita. Mi piacerebbe visitarli: l’isola di Caprera ha degli scorci magnifici
Io adoro la storia. Mi è piaciuto molto questo articolo su Garibaldi e l’isola di Caprera
Non ci sono mai stata ma ora ho moltissimi motivi per andarci. Grazie per le informazioni dettagliate
che bello leggere di storia io non ero molto ferrata a scuola ma col passare del tempo mi sono appassionata
Nel settembre del 2004 , feci un viaggio memorabile in Corsica ed in Sardegna , visitando , ivi , la casa di Garibaldi . Fu un ‘ emozione profonda , che ancora oggi rivivo con intensità . Ai ricordi storici , fecero seguito le immagini di quei paesaggi splendidi di questa isola meravigliosa che è la Sardegna e che io adoro in tutta la sua essenza .