La prima volta che sono stata a Torino ero in gita scolastica in prima superiore, e ne ho un vaghissimo ricordo. La seconda è stata nel 2013, in occasione di un concerto rock allo stadio Olimpico: di questa ho ancora bene in mente la netta sensazione di dejavu che mi ha colpito quando, girando per il quartiere Lingotto in attesa dell’inizio del concerto, mi sono ritrovata ad ammirare le linee essenziali dell’architettura industriale.
Le mille anime di Torino
Prima o poi dovrò scoprire perché le vecchie fabbriche in mattoni, soprattutto con ciminiere annesse, e gli ex quartieri operai mi suscitano tante emozioni, proprio come in quell’estate di 5 anni fa…
La stessa potente sensazione di dejavu l’ho avuta anche pochissimi giorni fa, quando sono tornata a Torino per avviare un progetto, ma in questo caso c’era una ragione ben precisa: ho riscontrato moltissime somiglianze con Barcellona, che come saprete se avete letto il mio articolo al riguardo, ho visitato lo scorso giugno. Per un qualche tipo di risonanza visiva, infatti, appena uscita dalla stazione di Porta Nuova e sboccata su Corso Vittorio Emanuele II, ho avuto la netta sensazione di trovarmi sulle Ramblas!
Ma non è stato solo quello a evocarmi il ricordo della metropoli catalana… Anche certe architetture dei palazzi, i balconi di ferro lavorato, i bovindi (anche se a Torino sono in quantità minore), ma soprattutto l’atmosfera che si respira: un mix di antico e moderno che si amalgamano alla perfezione in una città che allo stesso tempo è giovane e dinamica ma anche rispettosa delle tradizioni. Nelle ore che vi ho trascorso, infatti, ho avuto la netta sensazione che esistano almeno due Torino, due città in una che si muovono a ritmi diversi; ma Torino possiede molte altre facce (esoterica, storica, culturale, sportiva, musicale…) e state certi che le scoprirò tutte, di volta in volta.
Cosa vedere a Torino
Ora, se mi avete seguita negli altri articoli che ho scritto, saprete che il mio approccio alle città è tutt’altro che convenzionale. O meglio: a volte mi piace fare la turista, quindi seguo le guide classiche e visito i luoghi più noti, ma più spesso amo “perdermi”, ovviamente sapendo sempre perfettamente dove sono grazie al mio inseparabile smartphone che guida ogni mio passo con le app collegate al gps.
Questa volta, vista la breve permanenza, ho optato per un mix delle due cose. Quindi, appena scesa dal treno, mi sono diretta con decisione verso il Po, perché la Mole Antonelliana volevo proprio vederla. Percorrendo Viale Vittorio Emanuele II, in una piccola via che interseca il viale ho trovato una sorpresa: una splendida sinagoga di Torino dalle linee orientaleggianti, sede della comunità ebraica torinese.
Presidiata dai militari, a cui prima ho chiesto se potevo scattare alcune foto (si sa mai), si erge maestosa con un aspetto che mi ha proiettata in Medio Oriente…
Proseguendo verso il Po, a un certo punto ho avvistato la Mole, quindi ho svoltato verso sinistra e ho attraversato un quartiere super-trendy, strapieno di negozietti e localini che non hanno niente da invidiare a quelli delle più belle città europee: design sobri dove abbondano il legno e i colori chiari, clientela giovane, atmosfera accogliente e un mix di prodotti locali e internazionali. Avrei potuto essere a Londra, Amsterdam o, appunto, a Barcellona!
Mole Antonelliana
Ma veniamo a Lei, la Mole Antonelliana. Devo confessare che già nel momento in cui ho scorto la sua inconfondibile silhouette ho provato un piccolo brivido di piacere: è veramente bellissima.
Inizialmente concepita come tempio israelitico, la sua costruzione – su progetto
di Alessandro Antonelli –iniziò nel 1863. L’edificio, che nei progetti originali doveva essere alto solo 43 metri, si è evoluto col tempo e se all’inizio era solo in muratura, negli anni successivi vennero aggiunte anche strutture in ferro, in modo da poter sostenere il peso sempre più consistente.
Alla fine, nel 1889, la Mole era alta 167,35 metri e per un po’ detenne il record di costruzione più alta di Europa. Adesso non lo è nemmeno più di Torino, vista la presenza del grattacielo della regione Piemonte, che arriva a 209 metri di altezza, ma è sempre una gran bella vista.
Ai piedi del monumento c’è il Museo Nazionale del Cinema. Premetto subito che questa volta ho scelto di non visitare alcun museo perché mi riservo di tornarci con mia figlia (in lista, ovviamente, c’è il Museo Egizio, ma mi ispira anche il Museo Pietro Micca, soprattutto perché pare sia abitato da… fantasmi). Del Museo del Cinema mi hanno parlato molto bene: non solo ci sono sempre splendide mostre e installazioni, ma proprio da qui parte l’ascensore panoramico che arriva in cima alla Mole: da non perdere!
Cosa fare a Torino
Il mio consiglio su cosa fare a Torino è il seguente: perdetevi! No, non sono ammattita, vi spiego: avevo salvato due indirizzi su Google Maps, uno dell’Airbnb che avevo prenotato, l’altro di un negozio che mi interessava, molto distanti tra loro.
Quando è stato quasi il momento di fare il check-in ho aperto Maps e ho cominciato a seguire il percorso consigliato, dando per scontato che portasse all’appartamento che avevo prenotato.
Secondo voi era l’indirizzo giusto? Certo che no.
Svantaggio: svariati chilometri macinati a piedi pensando “accidenti, mi era sembrato che fosse più vicino!”
Vantaggio: attraversare mezza Torino e vedere zone a cui magari non mi sarei nemmeno avvicinata. È stata questa occasione a permettermi di constatare l’esistenza di due Torino, quella giovane e dinamica, fatta di studenti universitari, architettura ipermoderna e locali alla moda, e quella più lenta, la Torino dei quartieri storici, dei portici, delle piazze, dei vecchi bar che non sono cambiati di una virgola e che sono frequentati soprattutto da persone anziane.
Le Piazze di Torino
Ma parliamo un po’ delle piazze di Torino. Nelle mie peregrinazioni ne ho attraversate tre, tutte molto vaste: Piazza Vittorio Veneto, 38.000 metri quadri, che ne fanno la più grande di Torino (e una delle maggiori d’Europa), Piazza San Carlo (nota anche per l’incidente verificatosi nel 2017 durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid,) e Piazza Castello, sede, fra le altre cose, del Teatro Regio. Qui, attratta da una splendida musica diffusa da altoparlanti, mi sono soffermata sotto il porticato, dove ho potuto ammirare la splendida cancellata (purtroppo in quel momento chiusa), che non ho potuto fare a meno di ritrarre.
Il quadrilatero
La mattina successiva, un po’ dolorante per la lunga e imprevista camminata del giorno prima, ho deciso di esplorare la zona del Quadrilatero, dove la sera precedente avevo cenato con i miei soci/amici e che mi era rimasta impressa per la quantità di locali e persone che ne fanno un vero e proprio epicentro della movida del capoluogo piemontese. In origine questa zona era il castrum (accampamento sede della legione dell’esercito romano) dell’antica Augusta Taurinorum; oggi si trova racchiusa tra via Santa Teresa, via della Consolata, corso Regina e via xx Settembre.
Anche di questo quartiere mi ha colpito il contrasto tra i nuovi locali trendy pensati per una clientela giovane e alcuni negozi e bar rimasti apparentemente immutati dagli anni ’70 ad oggi e frequentati dagli abitanti “storici” del posto. Le vie sono lastricate e rientrano nella ztl, quindi passeggiarvi a piedi è facile e gradevole.
Torino è una città veramente dai mille volti, quello regale e quello operaio legato alla Fiat. mi hanno parlato molto bene anche del quartiere di Borgo Dora, atipico e pieno di mercatini e di artisti.
Visto che il progetto appena avviato sembra promettente, Torino sarà per me una meta ricorrente, nei prossimi mesi. Di certo durante l’inverno le condizioni climatiche saranno diverse, ma indipendentemente dal meteo Torino per me resta sempre una città splendida in cui camminare e perdermi.
2 risposte
Molto bella Torino, città che non visito da parecchi anni e che provvederò a visitare per il prossimo Capodanno