Un panorama unico, conosciuto in tutto il mondo e molto visitato. La val D’orcia offre molto di se stessa ma come tutti i luoghi ce ne sono alcuni meno visitati, eppure, sono quelli che maggiormente la rappresentano.
Cipressi su colline dolci ma anche calanchi, borghi deliziosi ma anche fortificazioni, campi a seminativo ma anche olivi e viti. Cibo genuino e terme antiche. Questa è la Val d’Orcia.
I comuni di questa valle sono fra le destinazioni turistiche più esclusive e si fanno le cose più esclusive come la vinoterapia. Per esempio, nel famoso Thermae a Bagni Vignoni, resort e spa di lusso, ma anche a Bagni San Filippo e San Casciano dei Bagni o a Trequanda alla Fattoria del Colle.
Itinerario in val d’Orcia tra colline e “crete”
Siamo in provincia di Siena e si abbraccia parte di quella di Grosseto. Un panorama riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Colline dolci quelle della Val d’Orcia, quelle che si percorrono sia a piedi, sia in bici, in moto ma, meglio di tutti, con una bella decappottabile.
Provare per credere. Colline ed erosione che formano spettacolari calanchi. Siamo nelle “crete” senesi che si vedono bene per esempio da da Contignano (Radicofani) Ripalta (San Quirico d’Orcia), Casa a Tuoma (Pienza).
Itinerario dei borghi
Partiamo da San Quirico d’Orcia , Un borgo medievale con quattro porte di entrata. Di qui passava chi andava a Roma a chiedere l’Indulgenza o i mercanti. Qui da vedere c’è la Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, coi suoi tre portali, il principale e i laterali.
Da vedere Chiesa di San Francesco dove si trova la statua della Madonna proveniente dalla famosissima Cappella di Vitaleta. Segue la leggenda secondo la quale la statua fu indicata ai fedeli dalla Vergine stessa. cheli invitò ad andare da un certo artigiano di Firenze dove trovarono la statua di Andrea della Robbia.
In località Rocca d’Orcia da vedere la fortificazione XII°-XIII° secolo che si trova su uno sperone di roccia calcarea. Si vede ad occhio che conquistare questa rocca non doveva essere cosa facile! Visitare il torrione è cosa da fare.
Oltre i locali si vede una botola di accesso alla sommità, da cui si gode un panorama ampio della Toscana del sud. Era un punto di controllo sulla Francigena ma poi perse importanza e intorno al 1970, gli ultimi proprietari la donarono allo Stato Italiano.
Imperdibile la Pieve di Corsignano. Una tappa non evitabile, lungo la via Francigena perché, come vedrete e sentirete, è carica di magia. Questa Pieve con il suo campanile cilindrico, un tempo era detta di San Vito in Rutiliano.
È nominata già in una pergamena conservata nell’Archivio capitolare di Arezzo, datata 20 giugno 715. Il Consiglio poi è di riprendersi a Pienza mangiando, benissimo per esempio, alla Buca delle Fate o dal Falco. Dopo, una bella passeggiata per la città ideale del Piccolomini.
Alla ricerca delle rarità
Ovvio che l’Abbazia di Sant’Antimo con il suo candore, le memorie di Carlo Magno e i canti gregoriani non può essere saltata in questo itinerario della Val D’Orcia. Abbazia romanica in stile lombardo-francese del XII° secolo, Sant’Antimo è davvero spettacolare. Siamo nel comune di Montalcino, a Castelnuovo dell’Abate e l’Abbazia ci viene incontro regalando magia pura. Però ci sono dei luoghi che pochi vedono ma che raccontano molto di questa terra.
In località Montisi, nel comune di Montalcino c’è una fattoria fortificata del XIV° secolo. Era uno dei possedimenti dell’Spedale di Santa Maria della Scala di Siena ed era il luogo dove i prodotti agricoli che servivano all’Spedale venivano raccolti e smistati. La fattoria ha anche un piccolo campanile con merli dove la campana, chiamata “Martinella”, suona prima della “Giostra del Simone”, una volta all’anno.