Ponte Vecchio: il ponte di Firenze

Ponte Vecchio è una delle immagini più rappresentative della città di Firenze. Un ponte e il fiume a carattere torrentizio, l’Arno, soggetto a piene che nel tempo si son portate via i ponti. Dove non era riuscito il fiume c’è riuscita la Seconda Guerra Mondiale.  Ma lui no, resiste, è stato costruito per resistere.

Cosa troverete in questo articolo:

La storia del ponte più antico di Firenze

Il Ponte Vecchio è il ponte di Firenze. In questo tratto anche i romani, fondatori della città, avevano costruito un ponte. Nel 972 poi ne fu fatto uno in legno. Quello che vediamo se ne sta lì dal 1345 costruito dopo che la piena del 1333 aveva distrutto il primo “ponte vecchio”.

Fu ricostruito un po’ spostato rispetto al primo e non si badò a spese per la sua fondazione.  Largo 32 braccia, che era tanto per l’epoca, e costoso: ben 70.000 fiorini d’oro. Oggi dopo quasi sette secoli possiamo dire che furono ben spesi.

Ponte Vecchio - Firenze
Ponte Vecchio – Firenze

Con la costruzione del Ponte Vecchio fu dato vita ad un ponte di nuova forma, adatto a sopportare l’irruenza dell’Arno. Un esempio che fece scuola per molti altri ponti.

Sul ponte si costruirono prima degli archi che poi vennero chiusi divenendo botteghe. All’inizio erano occupate dai beccai cioè i macellai ma anche erbaioli e pollaioli.  Le botteghe con sporgevano come le vediamo oggi. Quella estensione verso il vuoto fu un’idea nata nel 1700. 

Ponte Vecchio - il ponte più antico di Firenze
Ponte Vecchio – il ponte più antico di Firenze

I beccai dovettero lasciare il ponte  dopo la costruzione del Corridoio Vasariano voluto dal Granduca Cosimo IGiorgio Vasari lo progettò e in soli 5 mesi venne costruito quel corridoio coperto, di circa un chilometro. Collega Palazzo Vecchio, luogo dove si svolgeva la politica fiorentina, a Palazzo Pitti, dimora privata del Granduca.

Ferdinando I nel 1593 non sopportando le grida e i miasmi dei beccai fece diventare il ponte la dimora dei laboratori orafi. Il Ponte salvato dalle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, aveva quattro torri che ne controllavano l’accesso ormai distrutte.

Come arrivare a Ponte Vecchio

A piedi: Ponte vecchio collega le due sponde dell’Arno nella zona più centrale e si raggiunge facilmente partendo da tutti i monumenti.
Partendo da piazza San Giovanni (al duomo la piazza dove si trova il battistero) si prende via Roma si attraversa tenendola sulla destra Piazza della repubblica , e si prosegue sempre dritto per Via Calimala, via Por Santa Maria e ci si trova davanti al ponte. Alla nostra sinistra troveremo la piccola piazza Piazza del Pesce.

Se invece vi trovate dalla parte opposta del fiume per venire a piedi conviene parcheggiare in Piazza di Porta Romana o, passando sotto la porta e girando subito a sinistra nel parcheggio lungo le mura. Poi procedere a piedi per un lungo tratto passando per: via romana, Piazza San felice, Piazza dei Pitti, via dei Guicciardini.

in bus: il centro fiorentino si raggiunge facilmente in bus

In tramvia: che può essere presa sia a Scandicci (c’è ampio parcheggio autostradale e parcheggio scambiatore di Villa Costanza) sia dall’aeroporto. Linee T1 e T2. La linea T1-Leonardo collega il comune di Scandicci con la Stazione ferroviaria di Firenze Santa Maria Novella e prosegue verso l’Ospedale di Careggi.

Invece, i bus che arrivano vicino Ponte Vecchio sono: Bus:37- 6A- 6B – bus elettrico C1- C2- C3

Si è sempre pensato che il suo salvataggio fosse dovuto al console tedesco Gerhard Wolf. Pare però che possa essere valida anche l’altra versione scoperta da poco grazie ad una testimonianza.

Sembra, infatti, che il ponte sia stato salvato da un certo Burgassi, un povero storpio che dava una mano come custode agli orafi. “Il Burgasso” si fece passare come incapace di intendere e di volere dai soldati tedeschi che stavano minando il ponte, riuscendo così a staccare i contatti elettrici che avrebbero fatto brillare le mine.

Ponte Vecchio 2
Ponte Vecchio: il ponte di Firenze 5

Come visitare Ponte Vecchio

Il Ponte Vecchio va visitato passeggiando sul lastricato, ammirando le vetrine degli orafi per poi fermarsi dove si interrompono. Qui si aprono due vedute magnifiche sul fiume.
Su quella che guarda verso i monti poggia il corridoio Vasariano, l’altra ospita il busto di Benvenuto Cellini del Romanelli. La cancellata da molto tempo è meta degli innamorati che con un lucchetto suggellano il loro amore.

Ricordate di NON portare il lucchetto per suggellare il vostro amore: rischierete una multa!

Non dimenticate di dare uno sguardo a ciò che rimane dell quattro torri dette  “capi di ponte, che si trovavano agli angoli del ponte per controllarne l’accesso. Oggi rimane solo la torre dei Mannelli (all’angolo con via de’ Bardi) mentre le altre furono ricostruite dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

firenze Ponte vecchio ph R. Capanni tramonto
firenze Ponte vecchio ph R. Capanni tramonto

Corridoio Vasariano

Appena avverà la riapertura ( è chiuso dal 2016) va assolutamente visto il Corridoio Vasariano che collega Palazzo vecchio a Palazzo Pitti passando sopra Ponte vecchio. Io che ho avuto la fortuna di attraversarlo prima della chiusura con la vecchia esposizione di ritratti alle pareti posso assicurare che vale la pensa.

Si accederà come sempre su prenotazione dalla Galleria degli Uffizi ma non in tutti i periodi dell’anno. Noi siamo sicuri dell’ora da consigliarvi: il tramonto. Vi assicuriamo uno spettacolo unico.

Curiosità della storia e leggende

Il Ponte vecchio ha anche il suo spiritello, un piccolo diavolo che protegge gli orafi se invocato, impaurendo chiunque voglia rubare.

Si è sempre pensato che il suo salvataggio fosse dovuto al console tedesco Gerhard Wolf. Pare però che possa essere valida anche l’altra versione scoperta da poco grazie ad una testimonianza.

Sembra, infatti, che il ponte sia stato salvato da un certo Burgassi, un povero storpio che dava una mano come custode agli orafi. “Il Burgasso” si fece passare come incapace di intendere e di volere dai soldati tedeschi che stavano minando il ponte, riuscendo così a staccare i contatti elettrici che avrebbero fatto brillare le mine.

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