Avevo visitato Ravenna tanti anni fa e sentivo la voglia di farlo di nuovo. Ogni tanto le città vanno riassaporate perché noi cambiamo e anche le nostre percezioni lo fanno. Accade come per i buoni libri: ogni tanto andrebbero riletti per scoprirci ciò che non avevamo visto.
Ospite di un’amica ravennate sono tornata a vedere il centro di questa città che ci racconta con dovizia di particolari la storia di una parte della nostra penisola.
Aperto il garage, salite sulla bicicletta e via verso il centro! Una pedalata con l’aria primaverile, il sole e una leggera brezza: non potevo chiedere di meglio. Prima di tutti ci siamo fermate a fare i biglietti per poter accedere Mausoleo di Galla Placidia, Basilica di San Vitale, Battistero Neoniano, Museo Arcivescovile, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo.
Dal “pacchetto” a 12 euro restano fuori la Basilica di San Francesco, il Duomo, la tomba di Dante e il Mausoleo di Teodorico. Il nostro tempo non è molto ma noi ovviamente non ce li siamo dimenticati!
Mausoleo di Galla Placidia
La nostra prima tappa è Mausoleo di Galla Placidia. Tutti in fila per entrare, i gruppi da una parte, i visitatori singoli dall’altra rigorosamente e le addette con il contapersone. Aspettiamo ammirando l’esterno in mattoni.
Il mausoleo come tutti gli edifici storici di Ravenna appare sotto il piano attuale per circa 1 metro e mezzo a causa dell’abbassamento del terreno su cui sorge la città. Alcuni monumenti sono sotto anche din tre metri e mezzo!
Galla Placidia, figlia di Teodosio e sorella dell’imperatore Onorio lo fece costruire come sua sepoltura ma non è stata questa la sua ultima dimora, infatti, morì a Roma nel 450 d.C.
Finalmente entriamo e sinceramente non lo ricordavo così bello. I mosaici oro sono enfatizzati dalla luce che entra dalle piccole finestre in alabastro. Si sta con il naso all’insù perché tutto è ricoperto da mosaici, piccole tessere che artigiani pazienti hanno posizionato una per una.
Il tema è l’acqua, la fonte battesimale che illumina chi si abbevera, il Cristo Buon Pastore troneggia all’ingresso, la volta è stellata. Galla Placidia aveva pensato ad una bella ultima dimora.
Staccando gli occhi dai mosaici vediamo un sarcofago di epoca romana e due di età paleocristiana (IV e V secolo).
Ci viene voglia di metterci a sedere e ammirare ma non ci sono sedute e bisogna lasciare il posto ai turisti in fila. Così ci avviamo attraverso il giardino verso San Vitale.
Basilica di San Vitale
Pare che la Basilica sia stata dedicata proprio a San Vitale perché sorta su una tomba che custodiva le spoglie del santo. San Vitale fu costruita senza risparmi e fu consacrata dal vescovo Massimiano nel 547 d.C.
Una forma non “regolare” meno classica di quello che ci si aspetta. Io proprio non la ricordavo e per questo l’ho ammirata con grande piacere.
A colpirmi è stato fin da subito il pavimento. Davanti all’altare c’è un labirinto circolare in marmo e molti cercavano di percorrerlo, quindi difficilissimo da fotografare perchè c’era sempre qualcuno che ci camminava sopra.
Le decorazioni sono davvero belle mosaici ma anche affreschi nel XVII secolo come quelli della volta centrale. Belli i capitelli che impreziosiscono una decorazione che è sontuosa. Nell’abside vediamo gli imperatori Teodora e Giustiniano, l’arcivescovo Massimiano e tanti personaggi legati al Vecchio e al Nuovo Testamento.
Battistero Neoniano
Anche questo edificio è ribassato per il fenomeno della subsidenza, cioè dell’abbassamento del terreno. E’ sicuramento uno dei meglio conservati dal punto di vista architettonico e decorativo, recita la guida, e non possiamo che darle ragione. Fu costruito e subito abbellito intorno a 450 d.C. e ciò che vediamo oggi è quello che fu fatto. Fa una certa emozione.
I mosaici rimandano la preziosità e la cultura che li hanno pensati e realizzati. I dodici apostoli spiccano con le loro vesti chiare su fondo blu e sopra la natura. Un tripudio di colori e decorazioni, scritte mentre dalle alte finestre la luce cade sull’ampia vasca battesimale.
Museo Arcivescovile
Dobbiamo gestire il tempo quindi la visita al museo è rapida ma non infruttifera. Immancabile la cappella di sant’Andrea l’unico esempio di cappella arcivescovile paleocristiana giunta integra sino a noi, oltre ad essere l’unico edificio di culto ortodosso edificato durante l’arianesimo teodoriciano. tra le cose più preziose e la famosissima cattedra di Massimiano 556 d.C., uno dei più celebri lavori in avorio che si conoscano, opera di artisti bizantini del VI sec. un trono episcopale con struttura in legno ricoperta di placchette in avorio e La parte di ambone che proviene dalla chiesa dei santi Giovanni e Paolo, meglio conosciuta come chiesa dell’Angelo Custode.
Basilica San Francesco
Se non vedete la basilica di San Francesco vi mancherà un pezzo di Ravenna. In questa chiesa romanica Dante Alighieri ospite della famiglia dei Polentani o Da Polenta, signori della città passata molto tempo e qui furono celebrati i suoi funerali. Anzi le sue spoglie furono accolte per qualche tempo in un sarcofago del IV secolo d.C e poi seguirono varie vicissitudini.
Prima di parlare della tomba di Dante qui vicina vorrei soffermarmi sull’abside semicircolare all’interno ed eptagonale oggi ribassato di 3 metri e mezzo rispetto al pavimento più recente e sulla cripta con pilastrini del X secolo inondata di acqua che per 1 euro potrete ammirare illuminata insieme a monetine e pesci rossi.
Tomba di Dante
Da fiorentina posso dire che Ravenna ha trattato bene Dante. La piccola dimora, un tempietto della fine del 1700, si trova nella zona del Silenzio e un piccolo giardino con grande quercia fatta piantare da Giosuè Carducci accoglie i visitatori che pazientemente attendono in fila.
Fame
Tante cose da vedere e poco tempo. Alle 18 ho un treno che non mi aspetterà e anche Piazza del Popolo l’abbiamo vista pedalando. Così non ci concediamo un ristorantino ma una piadina sì e scegliamo bene. La fanno a mano e si fa una lunga fila per ottenerla ma la possiamo gustare comodamente seduti in una deliziosa corte silenziosa. Piadina a metà e crescione con formaggio squacquerone e rucola. Abbiamo esagerato ma la bici mette fame.
Dopo un caffè ristoratore si riparte direzione Sant’Apollinare Nuovo.
Basilica di Sant’Apollinare Nuovo
Riprese le bici siamo andati a vedere ciò che ricordavo meglio e appena entrata mi son ricordata perché. Sant’Apollinare nuovo non può non colpire il visitatore. I suoi mosaici risplendono e raccontano la sua storia. La basilica, infatti, fu voluta Teodorico nel 505 come chiesa palatina ed era un luogo di culto ariano. Nel VI secolo fu consacrata a San Martino di Tours cioè quando tutit i beni ariani passarono alla chiesa sotto l’imperatore Giustiniano. Poi nell’IX, provenienti da Sant’Apollinare in Classe vi furono trasferite le spoglie del protovescovo Apollinare eda qui il nome attuale.
Della vecchia decorazione vediamo solo una parte perché la chiesa fu ridecorata su iniziativa del vescovo Agnello tra il 556-569/70 d.C. Si salvarono solo qualche scena, le vedute del Porto di Classe e del Palatium di Teodorico anche se furono tolti i volti di Teodorico e familiari.
Un salto al battistero degli Ariani nell’omonima piazzetta e via pedalando. Qui ci sarebbe molto da vedere, questa piazzetta mi attira il tempo è tiranno.
Mausoleo di Teodorico
A Ravenna c’è tanto da ammirare e non si esaurisce certo in un giorno la visita ma, anche se fuori dal centro classico per me il Mausoleo di Teodorico valeva anche la possibile perdita di un treno.
Inforcata la bici ci siamo dirette verso il parco di 14 ettari dove si trova il mausoleo. Ravenna è in piano ma per arrivare al parco c’è un ponte moderno da superare e dopo la piadina…
La sepoltura dell’Ostrogoto è del 520 d.C una costruzione che è un mix di stili dove la visione dei goti e quella romana si uniscono. Per accedere altro biglietto, 5 euro, e passeggiata seguendo un bel vialetto fino al monumento.
Colpisce per i blocchi di pietra d’Aurisina messi in posa a secco e soprattutto per la cupola centrale che pare di 290 tonnellate. Un blocco unico e ancora gli studiosi si domandano come abbiano fatto a metterlo su. E ce lo domandiamo anche noi.
L’interno è spoglio e le leggende che si sono rincorse e di cui abbiamo letto rendono questo luogo ancora più misterioso. Il piano inferiore probabilmente era un luogo di culto ma è il piano superiore dove, probabilmente, riposavano le spoglie del re.
Una grande vasca in porfido rosso (una collocazione che pare si utilizzasse spesso in quel periodo) dove accoglierle ma le notizie sono discordanti. A noi non rimane che ammirare e sentire cosa ci rimandano queste pietre secolari.
Usciamo e riprendiamo le nostre biciclette al lato del grande parco Teodorico dove oggi, con il sole primaverile, giocano i bambini, le coppie passeggiano e qualche ragazzino tira calci ad un pallone.
Una risposta
Che bello vedere un’articolo sulla mia provincia……🤩