Una giornata al Climbing e Trekking Festival di Camaiore

Climbing e Trekking Festival di Camaiore. Finalmente una bellissima iniziativa per promuovere le Alpi Apuane e il territorio della Versilia: nell’ambito delle azioni di Regione Toscana rivolte alla mobilità lenta e alla scoperta della natura, ecco la tre giorni camaiorese: Tra Arrampicata sportiva e Trekking in quello che potrebbe diventare un paradiso per gli amanti della montagna sotto tutte le sfaccettature.

Trekking, arrampicata, convegni e incontri organizzati dal Consorzio di Promozione Turistica della Versilia, dall’Associazione di Guide Alpine-Escursionistiche “ProRock Outdoor”, dall’Associazione “Ciclica” e dal Centro Commerciale Naturale di Camaiore all’interno del circuito Slow Travel Fest legato alla via Francigena.

Camaiore climbing festival-prorock
Lo staff di Prorock Outdoor

Tantissimi eventi in programma nella tre giorni di Camaiore dedicata alla montagna e non potevo lasciarmi scappare un’occasione così ghiotta: non ho partecipato a nessuna delle uscite di arrampicata per un fastidio alla schiena non ancora guarito del tutto, ma soprattutto – non lo nego – per la difficoltà delle pareti scelte per i climbing contest che partono dal grado 7.

Tra le molteplici escursioni in programma però, ce n’era una in particolare che ha risvegliato i miei ricordi di gioventù e non potevo mancarla. Erano passati più di dieci anni dall’ultima volta che ero stato a Grotta all’Onda quindi ho deciso di seguire le guide di Prorock nell’itinerario sulle montagne al di sopra di Camaiore.

Veronica, esperta guida di “ProRock” e dell’Associazione “Apuane Guide”, ha accompagnato il gruppo di una ventina di persone lungo tutto l’itinerario e alla sera, dopo aver approfittato delle iniziative e degli stands attrezzati in via di Mezzo, nella bella piazza S.Bernardino a Camaiore, mi sono letteralmente goduto la appassionante (e appassionata) intervista che Roberto Vigiani ha condotto a Manolo, il mito dell’arrampicata specialmente per quelli della mia generazione!

Trekking da Trescolli alla Foce del Pallone e ritorno, passando dal sito preistorico di Grotta all’Onda.

Si tratta di una camminata facile, di non lunga durata, ma estremamente interessante.

Dopo il ritrovo davanti alla bellissima Badia di Camaiore, la partenza del percorso è avvenuta da località Trescolli (526 mt. s.l.m.), poco sopra la frazione di Casoli – Camaiore.

Arrivati alla località di partenza, l’imbocco del sentiero (via n° 106) è assai agevole: si trova in prossimità di uno dei ripidi tornanti disegnati dalla strada, immediatamente prima di una sbarra e proprio vicino a un piccolo spazio sterrato utilizzato solitamente come parcheggio; su una roccia è ben visibile il segno bianco-rosso CAI con il numero 106.

Procedendo nel bosco su facili roccette sbocchiamo, in 5 minuti, di nuovo sulla strada asfaltata: seguiamo la salita fino ad incontrare ancora il segnavia n° 106, in evidenza sempre su una roccetta; da questo punto in poi il sentiero è ben indicato e giungiamo, in un percorso misto nel bosco tra rocce, sassi e sterrato, a riconoscere un muro in pietra di contenimento di un dislivello del terreno; qua teniamo la destra verso il Monte Matanna.

Si tratta di una camminata facile, di non lunga durata, ma estremamente interessante.

Agriturismo Il Paesaggio
Agriturismo Il Paesaggio

In breve arriviamo alla foce di S. Rocchino (con l’immancabile chiesetta) da dove imbocchiamo, sempre sulla destra, il sentiero n° 3 che conduce, con un’oretta di tranquilla camminata, prima a incontrare l’agriturismo “Il Paesaggio”, poi all’importante Foce di Grattaculo e, quindi, alla Foce del Pallone (circa 1.100 mt).

Foce del Pallone
Foce del Pallone

È trascorsa un’ora e trenta dalla partenza; non tutti i partecipanti conoscono le Apuane e non tutti sono trekkers abituali; alcuni non vivono nemmeno qua ma sono in vacanza in Versilia.

Lo stupore, pertanto, si legge negli occhi di molti: nella giovane coppia altoatesina, nella bionda Masha, così come in un ragazzo romano che, assieme alla fidanzata abruzzese, sta avvicinandosi ora alla montagna.

Durante il percorso siamo arrivati ad uno dei punti tappa dell’itinerario: La Foce del Pallone.
Questa località è chiamata così perchè è nota per il primo tentativo, nel lontano 1910, di coniugare natura e turismo: fu infatti creato un collegamento, mediante pallone aerostatico, tra la collina camaiorese e la Foce da dove, successivamente, era possibile raggiungere il vicinissimo Albergo Alto Matanna.

Grotta all’Onda racconta la preistoria

Edera Grotta all'onda
Edera Grotta all’onda

Veronica ci guida adesso per il sentiero 101 fino alla Foce del Crocione e, quindi, per il n° 2 in direzione Grotta all’Onda. Perdiamo rapidamente quota, entriamo nuovamente nel bosco di querce quando, a un bivio ben evidente, lasciamo i segnavia biancorossi del CAI (il sentiero 2 scende deciso verso Casoli) e iniziamo a seguire le tracce rosse sulla destra: adesso la Grotta è davvero vicina.

Incontriamo dapprima alcune pareti dove luccicano alcuni spit (a dire il vero un po’ lunghi per i miei gusti di principiante); quindi, all’improvviso, uno spettacolo sorprendente: un’enorme pianta di edera che si “arrampica” letteralmente sulla parete fino a terminare, lassù in alto dove potrebbe esser collocata una “sosta”, in una folta chioma verdeggiante. Resto cinque minuti con il naso all’insù, estasiato, come a seguire la “via di salita” disegnata dall’edera. Continuiamo il cammino. In cinque minuti ecco davanti a noi, finalmente, la Grotta: enorme, profonda e protettiva.

È passata un’ora dalla Foce del Pallone, fa caldo e alcuni approfittano di un getto d’acqua che esce prepotente dal profondo della roccia verso l’esterno, a circa quindici metri di altezza.
Veronica mi spiega che si tratta di un getto di acqua che sgorga, abbondante, durante tutte le stagioni.

Grotta all'Onda
Grotta all’Onda, una cavità preistorica, lungo le cui parete esterne scivolano piccole cascatelle d’acqua, ampia circa 40×60 m., antico rifugio dell’uomo e oggi oggetto di indagini scientifiche. Si raggiunge dopo circa un’ora di cammino lungo un facile sentiero C.A.I., tra i boschi di querce del Monte Matanna.

Grotta all’Onda è invece nota per essere stato un importante sito preistorico: i primi utilizzatori della caverna, come ben illustra il sito del Comune di Camaiore, furono i Neandertaliani, all’incirca 40.000 anni da oggi, che praticarono la caccia nell’area circostante. La grotta fu successivamente abitata, circa 5.900 anni fa, da agricoltori e pastori delle fasi finali del Neolitico, che vi praticarono la fabbricazione dei vasi in terracotta, la macinazione dei cereali, la cucitura e filatura, la lavorazione delle pelli e dell’osso oltre alla fabbricazione di utensili in pietra levigata.

Si è fatto tardi e imbocchiamo la strada del ritorno verso Trescolli; in direzione opposta a quella di arrivo cominciamo a seguire i noti segni rossi e, poi, le lastre in cemento dell’acquedotto che ci accompagneranno fino all’arrivo.

Procediamo rapidi: alcuni di noi, alle ventuno, hanno appuntamento con Roberto Vigiani e Manolo in piazza San Bernardino e, mentre non sono ancora metabolizzate le emozioni del pomeriggio, ci prepariamo al magico incontro serale.

Manolo, il “Mago” dell’arrampicata!

Un po’ prima delle ventuno sono in Piazza a Camaiore; è l’atmosfera delle grandi occasioni: a poco a poco si avvicinano al palco numerosi gruppi di ragazzi e persone di ogni età, famiglie con bimbi piccoli e climbers che, forse, hanno terminato da poco di arrampicare; tutti quanti ad attendere l’intervista che Roberto Vigiani (Guida Alpina e lui stesso Alpinista di fama) proporrà a Manolo.

Manolo

C’è un’atmosfera elettrica e grande allegria; persone che si rivedono chissà dopo quanto e si mettono a parlare fitto fitto: l’ultima via fatta, l’ultimo trek in una qualche parte del mondo, l’ultima vetta da raccontare.

Mi si fa incontro una persona, un istante e ci abbracciamo; era un po’ di tempo che non ci vedevamo, io e Paolo, compagni del corso base di arrampicata tenuto dal CAI di Viareggio. Anche noi, come tante persone in piazza, ci raccontiamo e ci proponiamo nuove avventure; è davvero sorprendente, penso, come la montagna sia capace di unire le persone!

In punta di piedi, all’improvviso, si fa largo tra la folla un signore in jeans: Manolo.  Magro, abbronzato, capelli grigi ed occhi celesti; accompagnato dagli applausi sale sul palco insieme all’amico Roberto per l’intervista.

L’occasione è data dalla presentazione del suo libro “Eravamo Immortali”, ma da subito diventa una chiacchierata tanto informale quanto profonda ed emozionante:

Non sfidate la montagna!
Io, alle volte, sono andato un po’ oltre
e sono qua perché ho avuto anche culo.

Fa davvero venire la pelle d’oca pensare di avere davanti un uomo che ha salito pareti di centinaia di metri in libera, senza corda e protezioni, Lui e la Sua Montagna!

E a chi gli chiede del rapporto con la paura risponde, con semplicità ed umiltà disarmanti:

Ad un certo punto mi sono reso conto
che avevo bisogno del vuoto…
con o senza corda era indifferente
.

Poi c’è il lato “romantico” di Manolo, il rapporto con gli anni della prima gioventù, con le prime disillusioni; mi commuovo quando afferma:

Svanite le speranze nella rivoluzione,
abbiamo dato l’anima per la montagna
.

All’inizio non volevo scrivere il libro, si confessa, poi ho ceduto alle insistenze di un dirigente della casa editrice. È venuto, penso io, un racconto bellissimo e alla fine della serata lo avvicino per un autografo. “Come ti chiami”, mi dice. “Massimiliano, ho scoperto l’arrampicata a 50 anni ed anche se sono un imbranato mi piace da matti”; mi guarda, mi sorride e poi di getto scrive: a Massimiliano, evviva i 50, Manolo.

“Grazie Manolo, ciao!”
L’appuntamento è al Festival del prossimo anno.

Climbing and Trekking Festival
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